martedì 9 ottobre 2007

Nella piazza deserta

M'immagino
tra vent'anni
a passeggio
in una piazza deserta
di periferia
la domenica pomeriggio

Chissà perché
la domenica
la città è vuota
tutti sembrano spariti

M'immagino
a passeggio
sotto un cielo sbiadito
un mattino d'inverno
solo
nella solitudine della città

E anche allora
penserò a te
al tempo perduto
all'amore sfuggito
alla vita che non sarà stata
alla vita
senza di te

lunedì 8 ottobre 2007

Le stelle hanno già i loro nomi

Le stelle hanno già
i loro nomi
da millenni
l'uomo
le conosce una ad una

E anch'io
a testa in su
nelle notti calde
e nelle notti fredde
mi fermo a scrutarle

Hanno nomi
fantastici
le stelle del cielo
come
Deneb, la coda del cigno,
Ras Algethi,
nella costellazione di Ercole,
Arturo,
così limpida e luminosa
nell'occidente
delle sere d'estate.

Nomi così belli
che non sembrano neppure
dati dall'uomo
ma dall'umanità intera
che tutta insieme
ha cercato le parole
più belle
per riconoscere quelle luci
nelle curve del cielo

Come Capella,
così viva
nella costellazione di Auriga
o come Alpheratz, Mirach e Almach
vicine alla galassia di Andromeda

Tra tutte queste stelle
ce n'è una
che riconosco solo io
vicino ad Altair
l'aquila volante
la dodicesima
più luminosa
del cielo

Quella stella
sei tu
e io la chiamo Elena
perché il tuo nome
significa lo splendore del sole
che è la nostra stella

Io ti chiamo Elena
tu che sei la mia stella
anche se gli altri
ti conoscono come Tarazed,
la doppia dell'Aquila.
Ma potresti essere anche
Delta nella costellazione
di Lyra
la doppia vicina a Sulafat e Vega

Potresti essere una stella
o tutte le stelle
E nelle notti limpide
io ti guardo
per incantarmi
ancora un po'
al tuo splendore

martedì 17 luglio 2007

Parlavamo di te

Parlavamo di te
e lui mi ha detto
«L'ho vista l'altro giorno
ed era bellissima
bellissima»

L'ha ripetuto
due volte
e la seconda volta
era come assorto

L'ha sussurata piano
quella parola
«Bellissima»

E poi mi ha detto
cosa gli piace di te
«La sua forza» ha detto
«quell'energia
inesauribile
che le fa superare tutto
e che ti obbliga
a sentirla
a cercarla
a parlarle
per succhiarne un po'
di quell'energia»

Lui ha trovato in te
tutto quanto ho trovato anch'io
la tua energia
la tua meravigliosa energia

Mi ha detto
che quando è triste
lui ti cerca
perché gli basta sentirti
per tirarsi su

E così faccio anch'io
dolce Elena
ho sempre cercato
di farlo anch'io

Sono felice
di avere parlato con lui
e di avere parlato di te
Ho capito
che quello che ho visto
esiste davvero

Ho capito
che non hai stregato
soltanto me
e che non sono pazzo
ad amarti così

Sun explosion

Io credevo
di scrivere parole eterne per te
ci credevo
come ci hanno creduto
tutte le anime
che hanno scritto parole
anime famose o sconosciute
dimenticate o immortali

Ma poi qualcuno
che la sa molto lunga
mi ha detto che un giorno
il sole
si gonfierà a dismisura
e diventerà
un’immensa sfera rossa
e inghiottirà
Mercurio
Venere
la Terra
Marte
finché i suoi confini
arriveranno
a lambire
i satelliti di Giove

E allora saremo bruciati
in un breve attimo
e di noi
non resterà nulla
se già prima
non ci saremo
annichilati
da soli

Arriverà quel momento
arriverà quell’attimo
non è una promessa vaga
sarà un momento della storia
Arriverà
anche se ci vorranno
milioni di anni
anche se miliardi di uomini
dovessero leggere ancora
il mio amore per te

E quando l’esplosione
arriverà
sarà finito il mio amore per te
non ne resterà più traccia
non ci sarà più
pensiero di uomo
capace di ricordarlo

mercoledì 11 luglio 2007

Molto ad ovest di Alice Springs

di Paolo Bonesso*

Non ti conosco,
ma ho scortecciato per te
molti eucalipti,
cosparso le rocce d’esche
a “Mount Winter”;

proprio mentre pensavo
che non ti conosco,
ho disegnato psicogrammi nel deserto;
la tua linea della schiena, le orecchie
sono di marsupiale notturno.

Vista così, mi sembri impossibile,
ma forse soltanto perché non ti conosco;
nelle grotte col tuo viso dipinto
è graffiata la sagoma dell’echidna:
vi somigliate come bacche di palma.

Per fortuna non ti conosco,
altrimenti sarei rimasto per sempre giù ad “Haast Bluff”,
dove non saresti mai arrivata se non a bordo di una magìa
e, come i rapaci, avresti inventato un nuovo cielo.

Ti ho visto scendere dal nido furtiva,
con in bocca una preda ancora calda,
ma non mi sono nemmeno sognato d’inseguirti:
m’avresti portato troppo lontano
e fatto bere succo di “red lily”.

Laggiù non ho imparato a conoscerti,
ma t’ho visto in mezzo all’erba
quella volta che tagliavo cespugli spinosi:
sembravi un melone selvatico,
un topo che si rotolava nella sabbia;
vestivi in quella forma di diamante
che credo tu abbia.

Questa terra è più ad occidente di quanto pensassi;
tu sali da sud come un’aquila dalla testa cobalto
e non saprò mai chi sei
se non scopri quelle unghie che tieni nascoste in guanti chiari
e non mi dici: “Disegna un fiume”.

Fuggo da “West MacDonnel” fra cavallette arancioni.
So, già so che se non sei tu
poco ci manca che tu sia
un canyon spruzzato di casuarina,
una zampa di “jubiru”,
qualcosa che s’adagia sulla nuca
come un sole lontano.

Non ti conosco
e per questo ti cerco nelle acacie,
sotto l’albero che si piega nel fuoco,
dentro quella grossa ombra
che ogni sera mi scende addosso
come una colata di lune color crema
e mi fa sentire che i nostri mondi si toccano
e scoppiano come bolle d’aria in mezzo al “billabong”.

Se qui ci fosse uno xilofono, un “gamelan”,
un piccolo tamburo,
non permetterei al mio urlo d’essere solo.
A proposito, la voce che forse si sente
quando fa mattina
è quella di tutto il mondo che ho percorso da su a giù.
Tu eri dove non alzavo mai lo sguardo,
mentre preparavi una minestra con tante scure radici.
Quella che hai raccolto scavando la montagna
e t’ha lasciato un po’ d’amaro sulle labbra
è la stessa che mastico per darmi coraggio
quando devo buttarmi giù dalla cordigliera.

Adesso sono qui, lontano dai territori del nord,
pronto a balzare su un altro continente,
ma l’unico posto dove vorrei essere ospitato
è un lungo profumato abbraccio.

*Paolo Bonesso è un grande poeta, oltre che un grande mio amico. Un grande mio amico che non vedo da anni, ma che considero un maestro. E ora scopro che non vederlo e non sentirlo per anni è stata una cosa da stupidi, una grossa perdita. Caro Paolo, mi sarebbe piaciuto presentarti Elena: se tu l'avessi conosciuta, oltre a perderti, avresti saputo scrivere cose inimmaginabili. Ma forse, anzi di sicuro, la tua Elena l'hai conosciuta anche tu. Quella donna immaginaria e impossibile che però esiste e ogni uomo ha nel cuore. Quella donna capace di rapire il cuore di ogni uomo e di stregarlo.

martedì 10 luglio 2007

Inferno e Paradiso

Io non pensavo
che l’assenza di qualcuno
la tua assenza
potesse essere un dolore
così fisso
regolare
persistente
Un dolore
che non mi lascia mai
e che mi uccide
lentamente
Tu sei la maledizione
che qualcuno ha inviato
su di me
per farmi conoscere
il Paradiso prima
e poi l’Inferno sulla Terra

Dove sei fuggita?

Dove sei?
Dove sei finita?
Non ti sento più
non sento più la tua voce
né il tuo respiro
non sento più le tue risposte
il tuo spirito vivace
la tua presenza

Dove sei
amica mia
sorella mia
dove sei?

I tuoi lineamenti
svaniscono
il tuo calore
adesso è ghiaccio
i miei messaggi
cadono nel nulla
e i miei richiami
si disperdono

Continuo a cercarti
ho bisogno di te
e continuo a cercarti

Dove sei?
Non lo senti il mio sussurro?
Dove sei andata?
Dove ho sbagliato?
Perché ti ho persa
perché ho perso il piacere
anche soltanto di sentirti?
Cosa ho fatto di così grave
per meritarmi il tuo disprezzo?

Non sarà vita
se non ci sarai più tu
o anche solo l’idea
che mi stai vicina

E pensare
che volevo soltanto
portarti fuori a cena
una volta sola nella vita
e parlarti
e parlare a lungo con te
magari anche abbracciarti
per fermare quella notte
quella sola notte
nella memoria
fino alla fine dei giorni

Perché mi hai fatto credere
che poteva essere vero?

Ora nella memoria
c’è solo un tuo flebile ricordo
come il rumore delle vesti
di una danzatrice
che danza nel buio
in una notte senza luna
Tu danzi leggera nel mio cuore
come un’ombra
veloce e meravigliosa
inafferrabile
irraggiungibile

mercoledì 4 luglio 2007

Il tuo profilo

Il tuo profilo
vorrei che le
parole che
scrivo e scrivo
tracciassero il tuo
il tuo profilo il tuo
bel profilo perché
perché in questo
modo io potrei
io continuerei
a vederti su
una pagina
sul video
a vederti
schiena
fianchi
polpacci
polpacci
gamba
gamba
il tallone
piede
pun
ta

La tua vita parallela alla mia

Non ci avevo
mai pensato
voglio dire
non così intensamente
come mi è capitato ieri
quando sono passato
sotto il tuo ufficio
che è vicino a casa mia
e mi è venuto in mente
che in quel preciso momento
in cui stavo guidando
lungo il viale
una mano sul cambio
il gomito alla base
del finestrino
mi è venuto in mente
che anche in questo
preciso momento
tu stai vivendo
tu stai facendo
forse stai ridendo
forse stai parlando
forse stai baciando
forse stai abbracciando
forse stai mangiando
ma qualcosa
di vero
di vivo
di vitale
di concreto
di autentico
lo stai facendo
la tua vita sta scorrendo
parallela
parallela e lontana
parallela alla mia
E ti penso sempre
illuminata dal sole
con i tuoi bei vestiti
tu sempre così bella
tu sempre così elegante
non per quello che indossi
ma per quello che sei
tu bella ed elegante
tu nel sole
mentre vivi
mentre la vita scorre in te
E mi dispiace
di non esserci anch'io
vicino a te

Finalmente penso a te

Viaggio
avanti e indietro
scrivo
quanta gente
a questo convegno
non dimenticarsi
dei mutamenti
climatici
e poi ancora scrivo
salto il pasto
corro
guido
tangenziale
da periferia nord
a periferia sud
pioggia con grandine
e poi ancora
scrivo
corro verso casa
devo cercare un regalo
domenica
sono padrino
a un battesimo
e il bambino
si chiama come me
l'altro bambino
mio nipote
non ha né un padre
né una madre
sono ancora
più bambini di lui
penso a questo
e corro in auto
guido
in tangenziale
da periferia sud
a periferia nord
il cielo è sempre sereno
sopra casa tua
lo guardo sempre
per capire come stai
e guido ancora
e sento la radio
e penso
a quello che domani
potrei scrivere
e poi ceno
ceno veloce
guardo la tele
spengo la luce
e finalmente
finalmente penso a te
in questi momenti
che non vorrei
finissero mai
questi rapidi momenti
che ritaglio per te
tra la veglia
e il sonno

giovedì 28 giugno 2007

Un regalo che non si può rifiutare

Ti ho regalato
cose
e poi non le hai volute più
ti ho regalato
canzoni
e poi non le hai volute più
ti ho regalato
poesie
e poi non le hai lette più
ma il tempo
il tempo che dedico
a pensarti
è il tempo il mio regalo
più prezioso
il regalo per te
che non puoi rifiutare
che non puoi restituire

Ti ho regalato il tempo

Lo apro
e lo riapro
questo taccuino
di parole
scritte per te

È come uno scrigno
di cose preziose
ricordi
pensieri
tutto il tempo speso
con te nella mente
virtuale
inesistente

il tempo
il tempo che non torna
il tempo
passato con te
il tempo
pensando a te
è questo il tesoro
il pezzo di vita mia
che ti ho dedicato

tutto questo tempo
ritorna ancora fuori
ancora forte
ancora nuovo
quando lo ripercorro
lo rivivo
questo tempo trascorso
con te nella mente
ricordo insistente
gioia persistente

mercoledì 27 giugno 2007

Punto d'incontro

Vorrei inciderle
queste parole che ti ho scritto
sul tronco
di una giovane sequoia
vorrei averne scritte tante
da ricoprirlo tutto
quel tronco
per aspettare
che tra 100 200 300 anni
una sequoia antica
una sequoia immensa
urli a tutto il mondo
a caratteri cubitali
quanto ti ho amata

Vorrei inciderle
queste parole che ti scrivo
con uno scalpello inossidabile
per un tempo indefinibile
su una roccia
su una montagna
il nostro crocevia
il nostro punto d'incontro
perché tu
anche quando io non ci sarò più
possa trovarti lì davanti
e leggere
l'amore inestinguibile
che provo per te

Mi hai fatto felice

Ero in macchina
e ti ho vista
andavo verso il parco
e ti ho vista
e mi sono chiesto
che cosa ci facessi lì
ti ho vista
impossibile sbagliarmi
i tuoi fianchi stretti
la tua schiena dritta
le tue belle spalle
i capelli neri
lisci
lunghi
molto lunghi
forse troppo lunghi
molto più lunghi
dell'ultima volta
che ti ho vista
Certo
potrebbero essere cresciuti
ma è impossibile sbagliarsi
questa donna meravigliosa
queste natiche tornite
sei tu

E invece no
ti supero
e non sei tu
ma una donna
che ti assomiglia
e non so
se è splendida
perché ti assomiglia
o se ti assomiglia
perché è splendida

E mi meraviglio
non perché
mi sono innamorato di te
(oh no quello è stato così facile!)
ma perché
mi rendo conto di quanto sei bella
mi meraviglio
perché
almeno per un attimo
tu mi hai guardato

una donna così bella
una donna così splendida
per un attimo
mi ha guardato
e io
sono stato felice

lunedì 25 giugno 2007

La capsula della libertà

Una capsula
macchina del tempo
macchina dello spazio
Scorre il paesaggio
fuori dall'oblò
di questa capsula
una semplice
automobile
perché noi pensiamo
che i dischi volanti
dobbiamo ancora inventarli
e invece
eccoli qui
nelle nostre vite
nei nostri giorni
Questa capsula
che corre nella campagna
mi porta lontano
oltre i cumulonembi
che si ammassano
sopra il Monte Rosa
al di là delle montagne
che orlano
la pianura
al di là della pianura
che la torrida foschia d'agosto
avvolge di aria tremula
Questa capsula
mi fa volare
anche se resta
ancorata al suolo
Mi fa desiderare
mi fa sperare
di essere altrove
Perché basterebbe
girare il volante
cambiare rotta
non pensare più
al lavoro
per essere libero
e correre da te

Dieci minuti

Dieci minuti
forse anche solo
cinque minuti
per chiudere gli occhi
sotto questo sole
in questo giorno di giugno
e dimenticare il mondo
in questo giorno
sotto questo vento di primavera
in cui tutto è luce
il verde è più verde
il bianco dei ghiacciai
ancora più bianco
Sì, dimenticare il mondo
dimenticare il lavoro
i traditori
i viscidi vermi
gli imboscati
i raccomandati
la fatica
la polvere degli uffici
la vita di tutti i giorni
Dimenticare tutto
e pensare a te
immaginare
che quando aprirò gli occhi
tu sarai qui, vicino a me

venerdì 22 giugno 2007

Lontano

Lontano
Mi frulla nella testa
la parola lontano
chissà com’era
quella stanza d’albergo
in Sudafrica?
Dovevo andarci io
ci sei stata tu

e adesso ricordo
ricordo un tuo messaggio

intanto
passa davanti a me
e alla mia insalata di riso
una donna
bionda occhi azzurri
i piedi curati
vezzosamente infilati
in un paio di sandali incrociati
non la guardo in viso
tengo gli occhi
sulla mia insalata di riso

ricordo un tuo messaggio
a proposito di un cigno
non l’uccello
ma un pendaglio

ricordo lontano
chissà se lo indossi ancora
il cigno-pendaglio
intendo
d’oro col laccetto di cuoio
o lo hai messo via
ricordo lontano
ricordo scomodo
da scacciare via

È lontano quel giorno
ormai lontano
lontano persino il suo ricordo
senza ritorno
ricordo di un errore
ricordo con dolore

Mi frulla nella testa
mi frulla nel cuore
la parola lontano
la parola destino
le parole ti amo
la parola cretino

lunedì 18 giugno 2007

Brucerò all'inferno

Davide volle Betsabea
e mandò a morire
di Betsabea il marito
Uria l'ittita
Davide re dei re
adultero
e assassino

E poi venne Natan
il profeta di Dio
e urlò contro Davide
l'iradiddio
Davide adultero
Davide assassino
il peggior peccatore
che il mondo ricordi
Davide re dei re
ma degno soltanto
di essere mandato a morte

È questo il premio per noi
per noi che dimentichiamo
l'amore di chi ci ama
per noi che vogliamo
a forza
un altro amore
È questo il premio
per cui
brucerò all'inferno

venerdì 15 giugno 2007

Il brivido

E adesso sono qui
solo
sono usciti tutti
sono andati tutti via
e arrivi tu
arriva il tuo ricordo
lo annuncia
un brivido
un nodo che si stringe
nello stomaco
una sensazione rara
ma con te
così frequente

Sei come vincere i Mondiali
scendere tutti in piazza
urlare a squarciagola
ballare dentro le fontane
in una calda notte d'estate

ma da solo
non milioni di persone
ma ogni giorno
non ogni ventiquattro anni

Mi stupisce
questo brivido che si rinnova
mi colpisce
ogni volta che ti penso
mi stupisce
come l'alba
il tramonto
le notti stellate
in cima a una montagna

Mi stupisci come il mare
Elena
come la Terra
come questa vita

Non so
come continuerò
senza di te

giovedì 14 giugno 2007

Lasciati abbracciare

Avrei voglia di incontrati
di incontrarti
e di abbracciarti
di tenerti stretta
pochi istanti
sufficienti
per sentire su di me
il tuo calore
il tuo profumo
ancora per un po'
giorno
mese
settimana
Concedimi
un secondo appena
non ti chiedo neppure
di contraccambiare
Soltanto
lasciati abbracciare

lunedì 11 giugno 2007

Le poesie inesistenti

Queste sono
le parole della vergogna
le rime
che nessuno leggerà mai
i versi
che nessuno pubblicherà mai
neppure fossero degni
degli dei

Queste sono
le poesie che non ho scritto mai

I pensieri
usciti dalla mia mente
che a nessuno mai
potrò confessare

Ecco perché
li dedico a te
li regalo tutti a te
amore mio
che non sei esistito mai

Esserci o non esserci

I tuoi capelli
e i tuoi occhi
non li ho amati
per sostituirli
ad altri occhi
altri capelli

Non sei l’amore
che ho cercato
per rimpiazzare
un altro amore

Però ti ho sognata
comunque
in abito da sposa
splendida
al mio fianco
nel giorno in cui
una donna
raggiunge
il culmine della sua bellezza

Segnale mnemonico
inviato all’uomo che ami
per fare in modo
che sempre
il mattino prima del trucco
la sera prima del sonno
quando ci sei
e quando non ci sei
lui abbia chiara l’immagine di te
al culmine della tua bellezza

Ti ho sognata
in abito da sposa
non perché ti vorrei
al posto della mia sposa

Ma perché ho capito
che in altri tempi
con altre sincronie
secondo altre combinazioni
dello spazio e degli eventi
tu saresti stata per me
il culmine della bellezza
l’immagine
che non avrei
dimenticato mai

Che tu ci sia
Che tu non ci sia

venerdì 8 giugno 2007

Tu sei il sole dietro di me

È arrivato un raggio di sole
attraverso il vetro
sul monitor del mio computer
su cui scrivo
poesie per te
parole per te

È la felicità
questo sole del tramonto
ore diciannove e trenta
è la tua felicità
che leggi
al sole
le mie parole per te

Sono felice
che tu sia venuta a trovarmi
in quest'ora
in cui solo
scrivo parole per te

Sono felice
che ci sia anche tu
e sogno
che questo calore
che sento sul collo
e sui capelli
sogno che sia tu
Elena

Grazie allora
Elena mia
perché non mi abbandoni
perché sei venuta a trovarmi
in questo momento
e guardi in silenzio
sotto questo sole
quello che solo
provo per te

Ti ho sognata

Ti ho sognata

Mi sono svegliato
questa notte
perché ti ho sognata
avevi i capelli raccolti
in una crocchia
una gonna di seta
verde smeraldo
scarpe col tacco

Ed eri fresca
sprigionavi la vita
eri energia
eri profumo
dritto nel naso
fino al cervello

Mi parlavi tranquilla
eri serena
ti ho sognata
sembravi vicina
sei tanto lontana

Sono felice
perché
non ti sento più
non ti vedo più
ma sono felice

Perché per te
sono stato
l'incontro sbagliato

E nonostante tutto
sono felice
perché vuol dire
che non pensi al passato
perché vuol dire
che pensi al domani
che la tua vita è piena
di nuove promesse
che la tua vita vola
verso la felicità

Qualcosa da dire

Questo oceano di parole
che ho scritto per te
che hai fatto uscire dal mio cuore
non è stato inutile
anche se non è servito
a portarti da me

Non è stato inutile
perché sono state parole vere
che non ho scritto per giocare
ma per capire

Sei lontana
ma sono felice
di averti trovata
Tu mi hai insegnato
che avevo ancora
qualcosa da dire

mercoledì 6 giugno 2007

Quel ciondolo

Quel ciondolo
che avevo comprato
per te
ora sta al collo
della mia donna

Per ricordarmi
ogni giorno
tutti i miei sbagli

Un gesto

Seduti in mensa
uno di fronte all'altro
stai sbucciando un kiwi
il coltello non taglia
nettare verde tra le tue dita

Prendo la bottiglia mezza vuota
faccio per versare sopra il piatto
allunghi le braccia
l'acqua scende
ti lavi le mani distratta
ti asciughi veloce con il tovagliolo

Questo è un gesto d'amore!
non un anello di diamanti
Questo è un gesto d'amore!
e se troverai un altro uomo
capace di fare altrettanto
allora saprai
che è pronto a morire per te

martedì 5 giugno 2007

Addormentati al sole

Siamo qui
viviamo qui
in queste stanze
minuscole
davanti a questi monitor
chiusi nelle gabbie
che ci siamo costruiti
noi stessi
e da cui
non riusciamo a fuggire

È allora questo il nostro destino?
Lavorare e lavorare
per due soldi
tutta la vita
e dedicare
il nostro tempo migliore
a cose di cui
non ci interessa nulla

Mentre invece potremmo stare
sdraiati in un prato
mano nella mano
gli occhi chiusi al cielo
addormentati al sole

lunedì 4 giugno 2007

Sei incontri lungo il cammino

È stato un lungo cammino
un lungo sentiero
dal mare alle Alpi
su rocce a strapiombo
dentro foreste impenetrabili
È stato lungo
il mio cammino fin qui
un quotidiano marciare
punteggiato di incontri
affollato di amori

Mi ricordo bene di te Stefania
dei tuoi occhi azzurri
e dei capelli ricci
Tra tutte le donne che ho amato
anche se eri ancora una bimba
sei stata la più bella
Mi ricordo bene di te
spaventata nel bosco
come quel capriolo
che ho incontrato dietro casa
Brucava tra i noccioli
e io arrivavo sottovento
Quando mi ha visto
ero a dieci metri appena
è saltato all'indietro
e mi ha fissato con occhi sconvolti
Erano i tuoi occhi Stefania
che cercavi di amarmi
ma ancora non sapevi come fare
Mi ricordo bene di te Stefania
che mi hai dato
il primo bacio
e che mi hai insegnato
a baciarti
Tu che sei stata il mattino
del mio amore

Mi ricordo bene di te Paola
e del tuo morbido seno
anche se non avevi ancora sedici anni
Tra tutte le donne che ho amato
anche se eri ancora una bimba
sei stata la più adulta
la più tenera
la più materna
Mi ricordo bene di te
e di come stavamo abbracciati
su quel grande masso
proprio al centro del torrente
con l'acqua che ci scorreva
a destra e a sinistra
in quelle fresche sere d'estate
Tu e io che ci baciavamo
al limitare del bosco
e quei brividi così forti
li sento ancora adesso
Mi ricordo bene di te Paola,
piccola e dolce mamma
ai confini del bosco

Mi ricordo bene di te Simona
e della tua voglia di fare l'amore con me
e di cogliere i tuoi diciotto anni
Tra tutte le donne che ho amato
tu che eri già una donna vera
sei stata la più sensuale
Mi ricordo bene di te
e di come andavamo a rifugiarci
in quella vecchia casa di montagna
ormai disabitata
ma ancora arredata
E su quel tavolo in legno
ci abbracciavamo
e ci toccavamo
alla scoperta di un mondo nuovo
Eri troppo donna per me
troppo adulta
e io non ho saputo amarti
né trattenerti
Di questo avrò rimpianto
tutta la vita
Mi ricordo bene di te Simona
e di tutti gli errori che ho fatto
fino al punto di perderti

Mi ricordo bene di te Laura
e di come ti ho amata senza speranza
perché tu neanche mi vedevi
Tra tutte le donne che ho amato
anche se sei buona e d'animo dolce
sei quella che mi ha fatto soffrire di più
Non c'è donna che io abbia desiderato
più di te
per mesi e anni
respirandoti
annusandoti
inseguendoti
cercandoti
E poi, quando ormai avevo sofferto
tutto il dolore possibile
e non avevo più voglia
di sentire altro dolore
sei stata tu a cercarmi
Mi ricordo bene di te Laura
e di quella notte che abbiamo dormito
fianco a fianco
nello stesso letto
perché tu mi avevi chiesto
di starti vicino
Non è successo nulla quella notte
perché io ho voluto così
ma non ho chiuso occhio un secondo.
Mi ricordo bene di te Laura
dei tuoi splendidi occhi neri
dei tuoi capelli lisci
del tuo viso orientale
che mi tengo chiuso nel cuore
anche se non siamo mai riusciti a incontrarci

Mi ricordo bene di te Barbara
e del desiderio che hai fatto esplodere
dentro di me
con il tuo fare provocante
Tra tutte le donne che ho amato
sei quella con cui più avrei voluto
fare l'amore
a lungo
per ore
dentro un'infinita passione
Mi ricordo bene di te
e di quei pomeriggi caldi
quando allungavo gli occhi
per scrutare nella tua scollatura
come si fa sulla tana della volpe
per vedere i piccoli vivi
e sentire il brivido
che solo si prova
quando due vite si incontrano
quando gli occhi si incrociano
Mi ricordo bene di te Barbara
così bene
che se ti incontrassi ancora
ti chiederei senza pensarci un secondo
di fare l'amore con me

E mi ricordo anche di te Elena
perché sei la donna
che ho amato più di ogni altra
E di tutte le donne che ho amato
tu sei l'essenza
la donna che mi ha fatto capire
cosa vuol dire essere donna
Perché tu sei stata
tutte le donne che ho amato
E non scorderò mai
l'impressione violenta
di quando ti ho incontrata
Come quando
ho fissato i miei occhi
dentro gli occhi
di quella leonessa
all'ombra della grande acacia
O come quando
alla svolta di un sentiero
mi sono trovato
al cospetto di un orso bruno
e ho creduto di morire
per la paura e per il desiderio
di continuare a vivere
Non proverò mai più
qualcosa di così straordinario
Mi ricorderò sempre di te Elena
e di come ti ho amata disperatamente
sperando che anche tu
provassi qualcosa per me

Ecco, ci siamo
E così ci siete tutte
Tutte nella mia mente
tutte nei miei ricordi
voi donne della mia vita
voi incontri straordinari della mia vita
Non vi dimenticherò mai
vi amerò sempre
anche se siete stati attimi veloci
attimi strappati
alla savana alberata
quando ci si sente addosso
lo sguardo
di una giraffa reticolata
Piano piano
lei
ti distoglie gli occhi di dosso
e ondeggiando
se ne va
verso la pace
della boscaglia
infinita

Siete state voi
gli incontri straordinari
lungo il mio cammino
dal mare alle Alpi
che ancora continua
Incontri di un attimo
mentre un'altra donna
mi accompagnava
la mia vera compagna
l'unica compagna
L'unica che mi ha amato
davvero
L'unica che amo davvero
sempre
comunque
ogni giorno
L'unica che ha deciso
di vivere una vita
al mio fianco

mercoledì 30 maggio 2007

Amico clochard

Lo incontro spesso
Va in bicicletta
girando i pedali
faticosamente

Davanti a lui
trotterella un cane
sta a bordo strada
gli segna la via

Perché lui
è un uomo anziano
vestito di stracci
su questa bici
sgangherata
e si vede
che non ha quasi più forza
per pedalare
e forse anche per vivere

Però lo incontro quasi ogni giorno
questo antico ciclista
povero in canna

E mi viene in mente
quel suo lontano collega
che ho incontrato
in un giorno di pioggia
a Lione
di fronte alla stazione

Stavamo rientrando in Italia
le tasche piene di franchi
che non avremmo più speso

E così
quando lui è venuto vicino
ci siamo riempiti le mani
con quelle monete
gli abbiamo preso il cappello
e l'abbiamo riempito
con quelle monete

E lui ci ha guardato
ridendo
era coperto di sporco
in uno stato pietoso
e ci ha detto
Merci, merci
les italiens
je suis
seulement
un clochard

Mi sento come te
amico clochard
e ti penso sempre
Mi chiedo dove sei
oggi
dopo tutti questi anni

L'inseguimento

Ma dove volevo andare?
Quando ho iniziato
a correre
dietro di te
dove volevo arrivare?
Eppure sapevo benissimo
che non c'era arrivo
nessuna meta
nessuna destinazione.

Il fatto è
che a me
di ogni viaggio
piace il tragitto
non piace l'arrivo

Amo le strade di campagna
quelle che filano
in mezzo ai boschi
mi piacciono
i tornanti in montagna
i sentieri mentre cammino
Resto ore a guardare giù
dal finestrino
quando volo in aereo

E vorrei che il traguardo
non arrivasse mai
Questa è la mia vita
Questa è la nostra vita
un eterno inseguimento
a non si sa cosa

Volando dietro di te
la vera emozione
è stata
quello che provavo
quello che desideravo
la vera emozione
è stata
inseguire il tuo odore
il desiderio di te

Non ho mai creduto
di avere il tuo amore
Ma rincorrerlo
mi è piaciuto da morire

venerdì 25 maggio 2007

Invidio i poeti

Invidio i poeti
quelli veri
uomini veri
uomini nudi
senza tempo
senza età

Uomini vestiti
soltanto
di sentimenti
spogliati
della storia
di ogni tecnologia
spogliati
del progresso

Uomini che sono rimasti
soltanto uomini
in essenza
sentimenti
e idee
uomini uguali agli uomini
da quando
è iniziata la storia

Invidio i poeti
che sono i veri uomini
e che tra loro
possono parlare
e si parlano
tra loro
distanti millenni
distanti nel tempo
ma uguali tra loro
uomini
e uguali

Il mio sogno d'estate

C’è un sogno che faccio spesso
una campagna di sole
una strada sterrata
Due bianche corsie di pietrisco
una striscia d’erba verdissima
di lato grano e papaveri
Cammino
e arrivo su un grande prato
con due porte da calcio
e bambini che corrono.
Ai lati un filare di cipressi.

Mi fermo lì
appoggiato a un tronco
e li guardo giocare
C’è un ragazzino
una maglia a righe orizzontali
rossa e bianca
i capelli biondo cenere
è magro, magrissimo
gioca bene a pallone
Sono io

Li guardo questi bambini
urlano e corrono
non si fermano mai
l’ossigeno entra
dentro i polmoni
il cuore batte
nel sole ancora caldo
di questa serata che arriva
nella luce obliqua
nelle ombre lunghe

Mi addormento
appoggiato al cipresso
accarezzato dall’aria
di questi colli toscani
Dormo a lungo
cullato dal ronzio di vespe e di api

E poi sento
la tua voce
che mi chiama
e mi chiama
un sussurro
leggero
dentro l’orecchio

Mi sveglio
e tu non ci sei
non ci sono neanche i bambini
sono solo
nella campagna
nell’aria pulita
contro il sole calante

Lo faccio spesso questo sogno
e mi chiedo che cosa vuol dire
perché dopo tanti mesi
e tanti sospiri
non l’ho ancora capito

Forse che sognando te
ritorno un bambino
e mi sento felice
di vivere

lunedì 21 maggio 2007

La donna vampiro

Una donna alta
me l'hanno presentata
come l'ultimo vampiro
Donna colta
ha anche scritto un libro

Capelli lunghi e lisci
neri neri
intorno al viso
le labbra tinte
di un rossetto scuro
occhi profondi
non ho capito bene
se verde scuro
o marrone chiaro
ma dentro
c'era un riflesso rosso
come sangue

Diceva cose strane
a capirla
facevo gran fatica
parlava di teatro
e di spettacoli
e diceva
che sono troppo commerciali

Diceva di chiamarsi
Xena
e che non era vampiro
ma piuttosto
il decimo pianeta

Parlava un linguaggio sconosciuto
e le sue parole
mi giungevano difficili
Però senz'altro
era sincera
nella sua veste tutta nera
e con i piedi
dentro quegli anfibi
così grandi

E quegli occhi
dicevano più di ogni parola
muti e pieni di domande
smarriti in questo mondo
cercavano conforto

Io non so perché siamo qui
mia cara Xena
vado avanti
e spero di scoprirlo
E se non ci riuscirò
nessun problema
Sarò soltanto
uno come tanti

giovedì 17 maggio 2007

Sorriso a metà

Scriminatura
a metà dei miei capelli
discenda
e mi tagli in due
il viso
e poi le labbra

Una bocca
divisa in due metà
destra e sinistra

Lacerti
di discorso
pendono
da quelle due metà
della mia bocca
destra e sinistra
e ne incurvano
gli angoli
verso il basso

Sorriso rovesciato
a forma
di luna calante
felicità incostante

mercoledì 9 maggio 2007

Gita nella tua città/2

Alla fine non ce l'ho fatta
e ho fatto quella gita nella tua città
ho passeggiato nella tua via
per vedere anch’io come vivi
con i tuoi occhi
le tue prospettive
davanti ai tuoi negozi
nell’aria che respiri

Una follia
che non serve a nulla
eppure
che cuore nel petto!
Per un attimo
sono stato felice

Ho provato a leggere i citofoni
Ho guardato dentro tutti i bar
per capire dove fai colazione

Ho sentito
come un bruciore allo stomaco
quando mi è parso di vederti
Ma non eri tu

Non ho trovato nulla
di quello che c’era
nelle tue parole
ma lo stesso
sono stato felice
Perché ora so come vivi
e che cosa vedi
quando esci di casa
ora so che stai bene
perché vivi proprio in una bella città
piena di bei palazzi
e uno di quei bei palazzi
è casa tua

E poi sono venuto in stazione
dove prendi il treno tutti i giorni
i binari erano vuoti
e anche i marciapiedi
ma io li ho immaginati
pieni di folla
all’ora del tuo rientro
quando i pendolari
scendono dai vagoni
e in mezzo ci sei anche tu

Una cosa che so
è che anche tra un milione di persone
ti riconoscerei subito
e ho sognato
di stare lì ad aspettarti
e di vederti venire verso di me

E poi sono andato
al parcheggio multipiano
dove lasci la tua auto
e l’ho cercata tra quelle allineate
e forse l’ho trovata
perché non conosco la targa
ma so il modello
e mi sono sdraiato sul cofano
come per abbracciarla
e trasmettere qualcosa
almeno a quel pezzo di ferro
visto che con te
non ce l'ho fatta

Ma dopo questo viaggio
nella tua città
sono rimasto solo
da solo con me solo
e ho capito
che questo viaggio
non serve
e ho capito
che il mondo che volevo esplorare
è il tuo mondo
e non ci entrerò mai

Ho fatto questo viaggio
per cercare la tua vita
da cui sono escluso
sempre

lunedì 7 maggio 2007

Cameriere letterato

Oggi ho incontrato
un letterato
Dice che ha pubblicato
nove libri
che è meglio di Busi
e Camilleri
e che in fatto
di filosofia esistenziale
non c’è nessuno
che ne sappia più di lui

Era vestito di nero
con panciotto
camicia bianca a sbuffi
e con un grosso
papillon

Divisa professionale
veramente
perché l’ho incontrato
al ristorante
dove lui
fa il cameriere

Mi ha detto
che anche quello è un bel mestiere
onesto
decoroso
e gli consente
di arrivare a fine mese

E volava come una libellula
in mezzo a quella sala
il mio nuovo amico cameriere
prendendo ordinazioni
a destra e a manca
parlando
indifferentemente
un po’ italiano
un po’ francese
Tra un fritto misto
ed un branzino al forno
di tanto in tanto
se ne andava dietro il banco
e tracannava
un bicchiere di Vin Santo

E poi tornava al nostro tavolo
decantando i suoi successi
la sua prosa
la cultura
ma con un occhio liquido
quasi di pianto
come per dirci
guardate un po’
come son ridotto
E c’era una sorta
di contegno amaro
dietro a quel suo correre
e declamare
massime e aforismi
da lui stesso
scritti a mano
in un quaderno rosso

Volava tra i tavoli
quell’uomo in nero
un po’ cameriere
un po’ scrittore
e non capivo
se mentiva
o ci diceva il vero

Ma era vero
quel fondo di dolore
dentro gli occhi
un'ombra rapida
di sogno
di speranza mista all'illusione
e disinganno della vita
Che è un po’ il destino
di tutti quanti noi

Al mare, dopo il temporale

Granulometria consistente
questa spiaggia
pietruzze
grandi come una mentina
Le faccio scivolare
tra le mani
mentre sto
sdraiato sulla pancia
E guardo il mare
Le nuvole
vanno e vengono
e sento cambiare
la temperatura
sulla schiena

Il vantaggio
di venire in spiaggia
dopo il temporale
è l’aria limpida
è l’orizzonte netto
senza velature
senza la foschia
dei giorni d’agosto

Per godere di questo
per poter spingere
lo sguardo
nel punto più lontano
vale la pena
patire un po’ di freddo

venerdì 4 maggio 2007

Sei una spiaggia tropicale

Ho deciso di andare al mare
e guarda fuori come piove
La solita fortuna
E poi
com’è triste il mare quando piove
Quella sabbia grigia
umida
fredda
il mare nero
e bianco di spuma
le onde alte
che rimbombano
sulla battigia
E poi c'è vento
troppo vento

Io sono
come una spiaggia bagnata
e oggi
ho camminato su di me
dentro di me
guardando dentro di me
a piedi nudi
per chilometri
e chilometri
lasciandomi alle spalle
una lunga pista
di impronte
Poi mi sono
fermato
mi sono girato
su me stesso
E ora ripercorro con gli occhi
il mio cammino
Soltanto curve
e cambiamenti di rotta
il diario fedele
della mia incertezza

Tu sei
una spiaggia tropicale
abbagliante
fatta di conchiglie sminuzzate
che dolcemente
entra in mare
e da bianca diviene turchese
trasparente
e poi azzurra e blu intenso
Sei una di quelle spiagge
su cui bisogna correre
per non bruciarsi i piedi
Sei una di quelle spiagge
dove viene tanta gente
e dove comunque
anche in mezzo a tanta gente
è bello stare
è divertente

Sdraiato al sole
ti vedo sfilare
accanto a me
Vai verso il mare
con il tuo corpo di fanciulla
Ti immergi
con la grazia
che solo le donne come te
sanno avere
(sono poesia
le donne come te)

Ti guardo
mentre entri in mare
lentamente
con i capelli lunghi
e lisci
lunghi oltre le spalle

E avrei voglia
di fare una lunga passeggiata
sulla spiaggia

Non me-spiaggia
ma tu-spiaggia
bianca spiaggia tropicale
Non voglio più
gelarmi i piedi
come stamani
quando ho camminato
su me-spiaggia
Su te-spiaggia
bianca e cocente
voglio scaldarmi i piedi
senza lasciare impronte

Perché sei così calda
che devo correre
sulle punte
soltanto sfiorarti
per pochi attimi
e non fermarmi
non fermarmi
insieme a tanti altri
che sono qui felici
e guardano il mare chiaro
la sabbia bianca

Adesso io ho corso su di te
tu-spiaggia
e mi giro indietro
e cerco i segni
e non vedo più segni

Delle mie impronte
su di te
non vedo più i segni

Non ti dimentico

No
io non ti dimentico
non dimentico
quando mi parlavi
appoggiata al muro
sinuosa
così bella
Non dimentico
la tua voce
che mi penetrava
come una scossa elettrica
Non dimentico
la mia illusione
di esserti vicino
No
Elena
io non ti dimentico
sul pendio della montagna
accucciato
tra larici e abeti
in una buca di muschio
sul pendio ripido della montagna
Non ti dimentico
sdraiato al sole
sul prato davanti a casa
mentre sento il profumo dell’erba
e mi prende il torpore
sdraiato al sole
Non ti dimentico
nel mio letto
nelle lunghe ore
che passano
prima di prendere sonno
da solo dentro il mio letto
E non ti dimentico
seduto in macchina
fermo
accostato al bordo della strada
con la pioggia che cade forte
sul tetto della mia macchina
e il vetro che diventa liquido
come una pellicola
trasparente
nascondendomi il mondo
Non mi dimentico
quei brividi che mi hai dato
li sento dentro me
ogni momento
ora per ora
minuto per minuto
E ogni ora
ogni secondo
ti sento più vicina
vicina a me
Io non ti dimentico

mercoledì 2 maggio 2007

Lentamente impazzirò

È un po’ di tempo
che soffro di un’allucinazione
come un’ossessione
che mi fa vedere te
in ogni situazione

Nelle pubblicità
dei costumi da bagno
nelle pubblicità
dei profumi
nelle pubblicità
delle scarpe
nelle pubblicità
di rimmel
e rossetti
di abiti
e corsetti
di tanga
e di borsette

Ti vedo
nei cartelloni dei film
nei programmi in tv
nei viali di notte
alla luce dei lampioni
nei locali di lap dance
al concerto del primo maggio
nella schiena che cammina
pochi metri avanti a me
nel profilo di una donna
che guarda una vetrina

Ti vedo
ovunque
e ovunque
non ci sei

Non mi passa
questa allucinazione
non trovo il modo
di scacciarla via
Tu sei tutte le donne
tutte le donne sono te
e non le incontro mai
non ti incontro mai

Impazzirò
a poco a poco
cercandoti nel bosco
tra i palazzi
nell’asfalto
fra granelli di sabbia
sotto i tombini
ovunque sei
ovunque non sei
proprio lì
dove non ti troverò mai

Un talento che non serve

L’ultima volta
mi hai detto
che il mio talento
è vedere
il bello nella gente

Non so se è vero
Ma quel che è vero
è che scruto tutti
senza sosta
alla ricerca disperata
di quel che a prima vista
non appare

il flettersi
di vertebre di gatto
nel passo affrettato
di una donna

la scintilla di lussuria
in uno sguardo casto

il bene che mi vuoi
anche quando
non lo vuoi

Io vedo
nella gente
cose straordinarie
In te poi
le ho viste tutte

E allora
a che mi serve
questo mio talento
se poi di quanto scopro
non posso avere niente?

A che mi serve
se non a soffrire
inutilmente?

mercoledì 18 aprile 2007

Participio passato

Non ti conoscevo
ti ho conosciuta
non ti ho vista
ma ti ho desiderata
Prima non l'hai capito
poi mi hai voluto
neanch'io ti ho capita
ma proprio per questo
ti ho amata
ti ho amata

Una faccenda
che non ti ha interessata
e così
ti ho chiamata
ma non mi hai parlato
ti ho scritto
ma non mi hai risposto
ho insistito
e alla fine
mi hai cancellato

Che razza di amore
al participio passato

lunedì 16 aprile 2007

Viaggio in Sicilia

Sono stanco
come questa terra stanca
rientro verso casa
e guardo fuori
attraverso il finestrino
l'Etna
ricoperto di neve
fumante
contro il cielo azzurro
incappucciato da una nube
che pare un disco volante

Ho annusato
gli odori di questa terra
in primavera
mi sono inginocchiato
per raccogliere tra le dita
questa terra
rocciosa e nera
sono entrato in un bar
dentro un palazzo antico
ma cadente
del Seicento
in un paesino
che era il grande regno
di un piccolo signore
cencioso
polveroso
ora mummia
incartapecorita
avvolta ancora
negli abiti da nobile
nelle scarpe troppo grandi
nella giacca verde
con gli alamari
quando la gente qui
zappava i sassi
a piedi nudi

Ho guardato il mare
dalla rocca diroccata
e ho osservato a lungo
il pennacchio di fumo
sull'Etna
Poi mi sono chiesto
perché non c'eri anche tu
qui, di fianco a me
E ho sentito
ancora più pesante
sulle mie spalle
la stanchezza
di questa antica terra
disillusa
rassegnata

giovedì 12 aprile 2007

Ma come viviamo?

Ma come viviamo noi?
Secondo dopo secondo
in un lento
trasferimento
dal parto
alla morte?
Oppure a scatti
con lunghe pause
vissute in attesa
di pochi momenti
indimenticabili
momenti
da vivere tutti
perché da soli
danno il senso
del nostro vivere?

Rispondimi

Perché devo scegliere
se vivere
sdraiato in un prato
nutrito dalle api
dissetato dalla rugiada
con lo sguardo in alto
a scrutare il cielo
nell'attesa
della fine

Oppure vivere
seguendo il fiuto
come un segugio
con la bava
alla bocca
sulle piste della preda
nell'attesa
della cattura
dell'emozione
che ti spezza il cuore
e ti pompa
le tempie

Tu non parli
ma hai già risposto

Perché incontrarti
è stata una palla di fucile
sparata
nella mia direzione
e io
l'ho schivata
col cuore in gola
toccando
il pericolo
scosso
dal brivido
profondo

(o invece
mi hai centrato in pieno
e la ferita
sanguina)

È dopo il pericolo
quando ti fermi
e riposi
da questa corsa
a rotta di collo
quando ti pulsano
le vene del collo
che capisci
come senza emozione
non ha senso alcuno
vivere
senza di te
non ha senso alcuno
vivere
nessun senso
proprio nessuno

mercoledì 11 aprile 2007

Volo sopra la storia

Questa domenica
il sole era caldo
l'aria limpida
il cielo più azzurro
che mai
E con gli occhi chiusi
sdraiato sul prato
mi pareva di volare
nel tempo e nello spazio

Ero tra le navi di Nelson
in un giorno di vento
nel limpido chiarore
dell'Oceano Atlantico
di fronte al porto di Cadice
Sorvolavo la flotta
con vele e stendardi
che garrivano gagliardi
nel chiarore abbacinante
nel calore affabulante
E sentivo l'odore del mare
l'odore profondo e pulito del mare

Sorvolavo il Lago di Garda
nel giorno della battaglia
di Solferino e San Martino
e nell'aria chiara
vedevo lontano
pennacchi di fumo
sollevarsi dalla pianura
e nell'aria di cristallo
udivo le urla di paura
di feriti e moribondi
Nel giorno in cui
tanto sangue giovane
ha intriso la terra
dell'assurda finzione
della guerra

In questa domenica di sole
sdraiato su un prato
ho abbandonato me stesso
e ho vagato altrove
sostenuto da folate
di un vento pulito
che mi portava lontano
Ho attraversato la storia
come in un sogno
da quando la Terra
non era ancora abitata

E alla fine
mi sono seduto
vicino a te

E di fronte alle miserie
del mondo
e alla grandezza della natura
e di queste montagne
ti ho guardata
e ti ho trovata
più bella che mai

Così la mia mente
vola da te
che mi fai dimenticare tutto
anche la stranezza stupita
e mai del tutto intuita
di questa mia vita

venerdì 6 aprile 2007

Il senso dell'olfatto

È stato un bene per me
che per lavoro
(ho il privilegio
di degustare vino)
io abbia potuto sviluppare
al massimo grado
il senso dell'olfatto

In questo modo ho imparato
a classificare le cose
in base all'odore
ma non il loro odore
bensì assegnando loro
l'odore
di qualcos'altro
Perché questo poi fanno
i più bravi sommelier

E allora un amico
mi pare rosmarino
e tu sei miele
e questo cane
mi sembra proprio
cartone masticato

Ho creato una classifica
tutta mia
di odori
ma non è certo quella
degli esperti di vino

Sono gli odori
della mia vita
Il glicine in vacanza
a Vallombrosa
l'odore di pietrisco
della ghiaia del Canavese
l'aroma di funghi secchi
nella faggeta sopra casa mia
il bucato steso ad asciugare
al sole della Valle d'Aosta

Tutte le cose
tutte le persone che incontro
ora le classifico così
Giovanni Ghiaia
Paolo Bucato
Riccardo Glicine
Carlo Legno di Quercia
Qualche volta li ritrovo
e hanno cambiato nome
Giovanni Cartone
Paolo Cuoio
Carlo Eucalipto

È un bel pezzo però
che non trovo più
nuovi odori
da catalogare
Non perché
non esistano
tanti odori
Ma perché alla fine
tutti si riducono a pochi

L'odore del mondo
Il tuo odore di miele
(qualche volta però
sei sciroppo d'acero)

L'estrema sintesi
del senso dell'olfatto

giovedì 5 aprile 2007

Miele di castagno

Ero seduto
vicino a te
e ho sentito ancora
il tuo odore
un po' fumo
un po' profumo
aromatico e dolce
come il miele
di castagno

Ora ho capito cosa sei
Elena

Sei il profumo
del miele di castagno
e risplendi del colore
trasparente
dell'ambra e dell'oro
Questo sei per me
colazione prelibata
in un mattino di sole

martedì 3 aprile 2007

Io volo dentro i tuoi occhi

Nei tuoi occhi
storie di gente del mondo
storie conosciute
e non conosciute

Sono parole i tuoi occhi
raccontano storie i tuoi occhi

Raccontano
gli occhi ancora giovani e limpidi
di una donna azera
il visto solcato di rughe
come un campo arato
sulle pendici del monte Ararat

Raccontano
gli occhi velati di pianto
di un bambino del Regno di Mustang
terrazza sospesa tra Himalaya e Gange
ai confini estremi del mondo
dove la terra e il respiro dell’uomo
sono così prossimi al cielo

Nei tuoi occhi
le sfumature tutte
di quello splendido cielo

Nei tuoi occhi
le parole
che tutti dovremmo sentire
per capire
Amore
Dolore
Abitudine
Solitudine
Ribellione

E la voglia
la tua voglia di vivere

Io volo
nei tuoi occhi
Elena mia
sopra tutti i Paesi del mondo
dentro tutti i cuori del mondo

E voglio vivere
di fronte a te
con i miei occhi
fissi nei tuoi

Le mie due giovani amiche

Due amiche
siedono di fronte a me
Amiche fra loro
io non le ho viste prima
mai

Così intime
così vicine
mi piacete da morire
Così giovani
Dentro di voi
posso sentire
l’energia
di questa nostra vita

E allora ascoltatemi
dolci giovani amiche
Io vi sussurro
questo solo consiglio
parole accennate
labbra che si muovono
appena
suoni nel vento
che spero vi giungano
in un modo o nell'altro

Non perdete il momento
Non smarrite il sentimento
questa intimità che vi lega
questo dolce sedere
l'una di fianco all’altra

Tenetelo stretto il momento
stretto nel cuore
portatelo avanti
finchè potete

E se un giorno vi perderete
Ricordatelo bene questo momento
ricordate questo viaggio in treno
Il paesaggio che corre
fuori dal finestrino
Ricordate anche me per favore
Per tornare a quei giorni
ai vostri giovani giorni
in cui stavate vicine

Vivetelo bene questo momento
mie giovani amiche
vivetelo tutto
Perché io non credo
che tornerà più

domenica 1 aprile 2007

La storia scritta negli occhi

Gli occhi profondi
gli occhi verdi
e vivaci
di questa ragazza francese
che siede di fronte a me
sull’Eurostar Roma-Milano
vogliono dirmi qualcosa
Non mi dicono che
lei è bella
perché non è bella
di quelle bellezze da televisione
Ma il suo viso è giovane e fresco
e mi esprime
la speranza di un'intera generazione
vent'anni meno di me
In questi occhi verdi
dal taglio sottile
in questi occhi acuti
c’è tutta l'energia
di una giovane donna
che ha ancora tutto davanti a sé

Figli, nipoti, amori
spero davvero
tante gioie
pochi dolori

Chissà da quale
profonda umanità
lei ha percorso la strada
che l'ha condotta fin qui
davanti a me
per scambiarci questi sguardi veloci

curiosi di sapere
ansiosi di indagare
timorosi di disturbare

Quanto cammino
hanno percorso
questi occhi verdi
dal taglio sottile
dal tempo in cui i nostri antenati
80.000 anni fa
guadarono il Mar Rosso
e dall’Etiopia giunsero in Yemen

Fu quell’eroica tribù
di viaggiatori senza speranza
che fece sì
che noi oggi ci troviamo qui
È grazie a loro che ora io posso vivere
e vive anche questa giovane donna
arrivata per caso davanti a me

Ti ringrazio amica mia
venuta da lontano
e con te tutti i tuoi antenati
per averti dato
questi meravigliosi occhi verdi
dove leggo la storia
straordinaria
di noi uomini

Dove leggo la tua storia
e la mia storia

Io e te che ci sfioriamo
in questo secondo soltanto
nella storia dell’umanità

giovedì 29 marzo 2007

Un mazzo di fiori per te

Fin da bambino
volevo raccogliere
le mie sensazioni
farne un catalogo
farne un quaderno
perché poi sapevo
lo sapevo già allora
che il momento giusto
sarebbe arrivato
per rivelarle a qualcuno
per raccoglierle insieme
come un mazzo di fiori
di fiori di campo
da regalare a qualcuno
E poi quel qualcuno è arrivato
e sei stata tu
e allora ho capito
che le mie sensazioni
non erano abbastanza
per fare un bel mazzo
degno di te
un mazzo che fosse
degno di te
E così ho raccolto
le mie sensazioni
come un mazzo di fiori
legato insieme da un filo d'erba
e le ho messe in un vaso
in un vaso di vetro
a vederle fiorire
a vederle sfiorire
a vederle appassire
senza di te

Non c'è più

Non c'è più
è l'unico posto reale
dove ho vissuto
qualcosa con te
e non c'è più

Non c'è più
il My bar
Lo hanno chiuso
il My Bar
dove ho bevuto con te
un caffè davanti alla stazione
un caffè che non dimenticherò
mai
Perché ne ho bevuti tanti
di caffè
con te
ma quello è stato speciale
e tu avevi negli occhi
una luce diversa
e in quel momento
poteva succedere tutto tra noi
tutto quello che poi
non è successo

Non c'è più
il My Bar
Ci andavo ogni tanto davanti
e guardavo dentro
il vecchio bancone di legno
il barista triste
e davanti al bancone
c'erano due figure
un uomo
e una donna
che si guardavano
e si volevano

Non c'è più
il My Bar
e non c'è più
il luogo fisico
il luogo reale
dove posso rivivere
quella mezz'ora di sogno
Ora i miei sogni
volano liberi
senza gabbia
in mezzo alla strada
davanti alla stazione
davanti al My Bar
a quello che una volta
era il My Bar
E io li inseguo
sempre più lontano
sempre più lontano

Avrei preferito
che restassero chiusi dentro quel bar
che ora non esiste più

Il volo tuo che mi manchi

Stormo di storni
nella notte nera
sotto la luce
oscura
di questo lampione
(la luna è un lampione nel cielo)
stormo
di storni neri
nella luce nera
di questa sera

Vola lo stormo
e prende la forma
la forma incerta
del tuo volto
lo vedo chiaro
in questa notte nera
ma tu non ti volti
e gli storni
sono sempre più alti
in strisce sottili
i tuoi capelli neri
nel cielo di notte
e nei miei pensieri
come uno stormo
di storni neri
nella luce nera
di questa sera

Dov'eri
e dov'era
la tua chioma nera
la tua luce vera
la tua parola
di amica sincera
dov'eri ieri
e poi l'altro ieri
e l'altro ieri ancora?
Eri vera
o un'ombra soltanto
Eri falsa
o mi stavi accanto
tra gli storni neri
nella luce oscura
di questa sera?

Dov'eri
dove sei?
Dove sarai?
amore
amore mio
amore nero
amore vero
amore che voli
lontano da me
lontana nel cielo
come un stormo
di storni neri
nel cielo oscuro
del mio futuro

domenica 25 marzo 2007

Una scintilla per uno sconosciuto

Eccomi a Rimini
come l'anno scorso
per questa fiera
rendez-vous abituale
facce, cose, persone
ogni cosa tale quale
come fosse passato
un giorno appena

la stessa donna
in biglietteria
le stesse facce
sull'autobus
la stessa impressione
di déja-vu

Ma io sono così diverso
da tutti questi
che mi stanno intorno
Così diverso da questi piazzisti
in valigetta ventiquattr'ore
venditori, sì, professionisti
coi capelli impomatati
i ventri dilatati
i vestiti d'occasione
comprati ai saldi di fine stagione

Lo so, dirlo non sta bene,
non sta affatto bene
Se fossi un uomo noto
mi avrebbero già accusato
di essere un razzista
(un razzista del piazzista)
Ma il mio non è disprezzo
È solo che questa gente
ti dà tanto l’impressione
di volerti vendere qualcosa
una radio, un videogioco, una televisione
E io non ho nulla da comprare

Io voglio rubare
Io li guardo e rubo
la loro espressione
la loro delusione
e mi immagino la loro vita
mi immagino
che tradiscono la moglie
che si ingozzano a tavola
e lo capisco
dalla pancia prominente
dal vestito scadente

Io voglio bene
a tutti questi uomini
che come me si sforzano di campare
una vita sempre uguale

E poi sul treno del ritorno
c’era la stessa ragazza
dello scorso anno
era seduta di fronte a me
e leggeva un libro
Leggeva e rideva
e a un certo punto
le è squillato il cellulare
e parlava felice
c'era qualcuno
che la aspettava
per andare a mangiare
indiano suppongo
o anche pesce
dentice
alice
rana pescatrice

Per un secondo
mi è venuta voglia
di chiederle
che cosa leggeva
Ma poi ho lasciato perdere
come si fa sempre
quando proviamo a comunicare
con uno sconosciuto

Perché abbiamo paura
dei sentimenti
Abbiamo paura
che ci prendano
e ci portino via
che ci tolgano la libertà
e puoi muoiano all'improvviso
e ci lascino dentro un dolore sordo
che non si può curare
che non può passare

È sbagliata amore mio
questa paura
se sentiamo
una scintilla per uno sconosciuto
Trasformala in incendio
questa scintilla
e se poi il destino
è bruciare
non importa
perché avremo fatto
il nostro dovere

La natura ci chiama
amore mio
per vivere sentimenti
per dimostrarci l'amore
che ho per te

La natura ci chiama a vivere

Io non ho paura
di amarti
non sono un piazzista
In questa mia ventiquattr’ore
non ho niente da proporti
E nemmeno m'importa
se la mia merce non ti piace
Questo mio amore
non è l'amore di un piazzista
venditore professionista
di sentimenti

Il tempo è finito

Il tempo è finito
è finito il tempo
per me
nello stesso momento
in cui ti ho guardata negli occhi
e ho visto le fiamme
di mille incendi
nelle tue iridi verdi
E le tue lacrime
non bastavano
a spegnere il fuoco

Il tempo è finito
è finito il tempo
per me
si è come bloccato
I granelli
di sabbia
della grande clessidra
si sono come inceppati
quando ho sentito
il tuo odore
dolce di miele
come di incenso
Come l’odore
di un tempio
indiano

Il tempo è finito
è finito il tempo
per me
nello stesso momento
in cui ho percepito
il tuo odore
di puro
Perché tu sei
una foresta
di pini
intorno a un lago

Il tempo è finito
è finito il tempo
per me
quando ho sentito
le tue parole
che erano brividi
lungo la schiena
Che erano le rime
dei più grandi poeti
che tutte insieme
lette tutte insieme
mi perforavano il cuore

Il tempo è finito
è finito il tempo
per me
nello stesso momento
in cui la tua voce
ha toccato il mio timpano
come un concerto
di mille violini
che suonavano in strada

Il tempo è finito per me
Ma non per te
che te ne sei andata

E ora mi trovo
prigioniero
di questo tempo immobile
Prigioniero tra le fiamme
dei tuoi occhi
in una foresta di pini
dentro una musica di violini

La natura più pura

Perché sei così
profonda
nel mio cuore
tu che sei apparsa
così improvvisa
e così improvvisa
sei scomparsa?
Perché sei come
incontrare
il capriolo
nel bosco di noccioli
una mattina d’aprile
Sei come vedere
l’aquila rapace
abbeverarsi
a una pozza
nella savana alberata
di South Luangwa
Sei come
un elefante maschio
grondante acqua
nel guado al rallentatore
del fiume Zambesi
Sei come
un orso bruno
tra me e casa mia
in un sentiero d’autunno
nel parco di Olympic
Sei come
la natura più pura
che in un solo secondo
ti cattura
e non ti libera più

La mia poesia

Sto provando
a scrivere poesie
senza pensare a te

Ma davanti
al foglio bianco
non viene fuori nulla

Così ho scoperto
che la mia poesia
sei tu

Un ladro maldestro

C’è una cosa che avrei voluto rubarti
ed ero anche sul punto di farlo
ma poi non sono stato
abbastanza sveglio
Avrei voluto rubarti
una notte d’amore
t’avrei portata fuori a cena
in un ristorante indiano
e poi in uno chalet di legno
e avrei acceso il fuoco
e davanti al fuoco avrei
gettato tappeti e cuscini
Avrei lavato il tuo corpo
con essenze profumate
e lo avrei massaggiato
con olio di mandorla
Così fare l’amore con te
sarebbe stato
come andare in un prato di primavera
a raccogliere fiori di campo
Avrei sentito il profumo del miele
e dell’erba bagnata dalla rugiada
E sarebbe stata una notte
indimenticabile
Il giorno dopo ti avrei svegliata
perché sarei stato
tutta la notte a guardarti dormire
e ti avrei portata
in un prato di montagna
a prendere il sole
e raccogliere quei fiori davvero
E poi
Tornato a casa senza di te
li avrei messi in un vaso di vetro
a guardarli appassire
della tua assenza

giovedì 22 marzo 2007

Niente foto, please

Una tua fotografia
alla fine
non l'ho mai voluta
È un goffo tentativo
di replicare la realtà
tre dimensioni
schiacciate
sul piano di un foglio
E io invece
voglio esplorare
ogni centimetro quadro
della tua pelle
e imprimerlo
nella memoria
Voglio fare
una mappa dei tuoi nei
calcolare quanto è diverso
l'orecchio destro
da quello sinistro
Voglio percorrere
con lo sguardo
le tue falangi
e farne una mappa
topografica
con le tue longitudini
e le tue latitudini
Per fare di te
una scienza esatta
la scienza del ricordo
preciso
immutabile
Capirai
che per fare tutto questo
una fotografia non mi bastava

mercoledì 21 marzo 2007

La tua saggezza

Giovedì mi hai parlato di te
dei tuoi sogni di bambina
di quando credevi di morire

e hai voluto assaggiare
tutta la vita
in una settimana
perché pensavi
di perdere tutto

E io
che non so più
se vivo la vita
o me la lascio sfuggire
tra le dita

ti ascoltavo
in silenzio
per imparare
a essere più forte
a volere meglio
quello che voglio

Ho sentito
e sento anche ora
dopo tanti anni
la paura infinita
di chi è pronto
per la prova
ultima

la calma insolente
di chi sa d’aver vinto

il desiderio bruciante
di chi ha trovato
il compagno della vita
ma non può trattenerlo

la certezza impaziente
che il tempo non si spreca
dietro sogni inutili
con persone inutili
per cose inutili

Perché il nostro tempo
fugge
ed è così difficile
viverlo come si vuole
al riparo dagli altri

Da te, Elena,
apprendo anche la saggezza

Fino all'ultimo giorno

Quando arriverà
l’ultimo giorno
di questa mia vita

se sarò lucido
se sarò cosciente
se il terrore
non si sarà
preso la mente

penserò

a chi mi ha amato
per tutti questi anni
alle persone
più care
ai figli
che non avrò mai avuto

e anche a una donna
che ho attraversato
come la nebbia del mattino
e come la nebbia
si è dissolta
ma non nel mio cuore

a una donna
che è stata l’idea
di un’altra avventura
una vita diversa
che non avrò mai vissuto

e che in quel momento
quell’unico
ultimo momento
sognerò
di poter vivere ancora

Sarai con me fino all’ultimo giorno

Intorno alla stazione

Ripercorro le vie
intorno alla stazione
dove s’è consumata quell’unica ora
vissuta insieme

Allargo il braccio
come per stringerti
ma non c’è altro
che l’aria

e ribevo, ribevo e ribevo
quell’unico caffè bollente
dove mi dicesti cose bollenti
che m’avresti fatto

Giro sotto i portici
e m’appoggio ai muri
ma questa volta
sono solo

e anche se annuso l’aria
e con gli occhi cerco gente
che quel giorno ci ha visti
(forse invidiati)
Quell’ora
non la rivivrò più

Eppure
ne desidero ancora
ogni secondo
ogni singolo attimo

e ritorno in quel punto
dove ti ho lasciata
con l’ultimo bacio
perché il treno partiva

Un treno
che non è più tornato
e s’è portato via
un pezzo di me

La mia medicina

Ogni tanto
anche se il tempo è passato
penso a te
e mi prende un affanno
che non so spiegare

Un tremito strano
un fremito
nello stomaco
che sale al cuore
e diventa tumulto

È allora che ti devo parlare
e la tua voce mi placa
e i tuoi occhi mi bastano

Sei la mia medicina
che sopisce i sospiri
asciuga i miei occhi
mi fa essere forte

Anche senza di te

Che cosa ti distrae?

Il tuo sguardo
si stacca dal mio
per un altrove

movimento furtivo
fuori dalla finestra

Ora mi chiedo
il perché
di quel ruotare d’occhi
verso destra

Tre e ventitrè

La sveglia segna
le tre e ventitré
E sono ventitré
notti
che a quest’ora mi sveglio
per venire da te

È l’ora che
(tu non lo sai)
ti vengo a trovare

Mi siedo sul letto
dove dormi tranquilla
e resto a guardare
i capelli sul cuscino
la testa un po’ reclinata
la mano sinistra un po’ sollevata

Tu non mi senti
quando col dito
seguo lieve
i contorni del viso
le orbite arcuate
il naso dritto e deciso
il mento appuntito
i solchi tra il naso e la bocca
quelle labbra piegate
in un lieve sorriso

E poi ti bacio
un bacio innocente
solo le labbra
che sfiorano la fronte

Muovi la testa
ti giri di lato
gemi
forse sospiri

Adesso ti svegli
Tempo di andare
questo mio minuto
è terminato

Messaggi

Quei tuoi messaggi
incisi nel cuore
mi risuonano
sempre
dentro la mente

Sono l’illusione
che brucia ancora

la promessa
mai mantenuta
di un sogno grande

che volevo
come l’acqua
come il respiro

Ogni tanto li leggo
e mi torna
a pompare
il cuore nel petto

tum tum
tum tum

un battito
rapido
che cresce
cresce
non vuole
fermarsi

tum tum
tum tum

Batte il cuore
in questo petto vuoto
che non riesco a colmare
con il solo pensiero
di te

Fuori dalla tua porta

Ho bussato
tutto il giorno
tutta la notte
e poi il giorno dopo
e la notte seguente
e poi una settimana intera
e poi un mese

E poi

Non ce l’ho fatta più

Perché non mi hai mai aperto
anche se ti imploravo
e le nocche sanguinavano
e sentivo il dolore
salire

Non ce l’ho fatta più

E allora ho lasciato
che la pioggia
mi bagnasse
gelida
scivolasse
lungo la schiena
dai capelli
fino agli occhi

per confondersi

Mai visto nulla di simile

Il pianto del neonato
che vuole il seno

quello della vedova
nel momento
in cui ha perso
la speranza

le lacrime amare
del tradimento

quelle della donna
madre fino a ieri

Tutto questo ho visto
negli occhi tuoi
in quei singhiozzi
che non finivano mai

Non erano gocce
che rigavano
la guancia
(le avrei bevute
per prosciugarle
assaggiarle)
Erano
il dolore del mondo

(troppo
troppo
non ce la faccio
non posso più vederti
soffrire così)

Dammene un po’
ti prego
ne voglio anch’io

almeno una briciola

di quello che provi
e che finora
non avevo visto mai

Sul tuo letto

Ti ho vista sul tuo letto

Rannicchiata
tra lenzuola disperse

Eri sdraiata su un fianco
e piangevi

Piangevi il tuo amore

che è scappato dalla finestra
per tornare
(solo) se gli pare

che ti prende tutto
e non ti regala più nulla

che ti strappa le lacrime
dal fondo dell’anima
per sempre
il giorno e la notte

E quando ti ricambia il sorriso
lo fa solo per un istante

Dov’è l’amore perduto, Elena?

Cercalo, cercalo
tra quelle lenzuola
sopra e sotto il tuo letto di pianto
cercalo nella casa nuova
nel garage, nella memoria

Cercalo negli occhi
di un uomo sincero

Cercalo

Forse un giorno ritornerà

In ricordo di un venerdì pomeriggio

Per tre notti
hai avuto le chiavi
dell’anima
(la mia anima)

Le tenevi strette
e ti avrei seguita
in cielo o negli abissi
ovunque andassi

Poi
quando il quarto giorno s’è fatto
me le hai rese
E non sapevo che farmene.

Ora mi restano
poche cose preziose

Il brivido sconvolgente
di una lingua umida
Dita inquiete tra le mie
piene di desiderio
La mia mano
tra i muscoli sodi
e la maglietta nera

L’occhio scivola su un ombelico

Ma tutto mi sfugge

e anche se
a tutta forza
provo a trattenerlo
il ricordo
inizia a svanire

martedì 20 marzo 2007

Il dolore di scriverti

Io posso scrivere
e scrivere
e scrivere
Posso scrivere
ridicole
poesie d’amore per te
E tu puoi dirmi
che scrivo bene
ma proprio bene
ma bene davvero

Io posso scrivere
e tu leggere
fino alla fine del tempo

Ma non è questo
che ho immaginato
quando ti ho incontrata

E se ti scrivo
non è perché sono bravo
con una penna in mano
ma perché mi sfugge il tempo
e mi assale la certezza
che non ti avrò mai
neppure per un’unica notte
quella notte
che ho così tanto atteso
e non sarebbe mai giunta
Ti scrivo
per scacciare il terrore
del tempo che fugge
e placare il dolore
di non sentirti mai
di non sentire la tua voce.
Che non è dolore
per la tua mancanza
mia Elena Elena
ma perché tu
non senti il bisogno
di cercarmi
non lo senti mai
questo bisogno
e neppure la voglia
non ti sfiora neppure
la voglia
Questo dolore che uccide
Elena
è sapere
che con tutto il mio cuore
non ho saputo costruire nulla
e io per te
sono uno qualsiasi
uno come tanti
che hai incontrato
lungo la tua strada
e dietro il primo angolo
già non ricordi
chi sono

lunedì 19 marzo 2007

Il tuo profumo profondo

Era un prato di maggio
dove ti ho incontrata
Camminavamo
su una rotta
di collisione
nel profumo forte
della primavera
Su quel prato
l’erba era già alta
papaveri
(quanto fu calda quella stagione)
fiordalisi
le chiazze gialle
all’orizzonte
di colza e girasoli
Poi a un tratto
quand’eri vicina
il tuo profumo
ha cancellato gli altri
Ho sentito solo te
in una beatitudine totale
E ho chiuso gli occhi
per sentire il sole sul viso
e un dolore improvviso
di felicità.
Mi pare anche
di avere allungato un braccio
le tue vesti
sul dorso delle dita
Ma quando ho riaperto gli occhi
non c’eri più
Sono passati gli anni
è sfiorita e rifiorita
la primavera
cento volte
Persiste quel tuo profumo
profondo
Non ho altra memoria
di te

giovedì 15 marzo 2007

Paolo, Rue Saint Denis

Mi sei tornato in mente
proprio ora
vecchio amico
e con te
quei pomeriggi pieni di sole
in cui parlavamo di poesia
in piedi
all’ombra di un muro
anime ancora capaci
di respirare
alle due del pomeriggio.

Che poi parlare di poesia
era per noi
un modo discreto
pudico perfino
di pensare ai nostri amori
(non amori)
che tanto volevamo
vivere
Ma un oscuro
freno nel cuore
ci impediva

Abbiamo percorso strade
da allora
ma sento
che quelle anime ingenue
respirano ancora
oltre gli anni
e le delusioni
e ancora sanno
emozionarsi
come a Parigi
in Rue Saint Denis
davanti alle donne di strada
che allora mi spaventarono
e oggi mi inteneriscono.

E vorrei aver fatto l’amore
dolcemente
con quella mora dai capelli a caschetto
che non mi dimenticherò
anche se l’ho vista
solo in penombra
E vorrei che
l'avessi fatto
anche tu
l'amore con lei
perché così
oggi
avremmo ancora i suoi occhi
dentro al cuore
e potrei leggere
Tropico del Cancro
sapendo di che parla

E non mi sentirei
d’avere privato un amico
di un tesoro
della memoria

Io spero
caro Paolo
che in tutti questi anni
tu ti sia avvicinato
a quella pace con te
(non felicità)
di cui parlavamo
all’ombra di un muro
E che i ricordi
di tanti amori
(non amori)
tempestosi e passati
sappiano prendere sempre
la forma di parole
per incantarmi
ancora
come facevi allora
nel silenzio assolato
di un pomeriggio d’estate

Sogno d'una notte torrida

In questa notte allucinata
sdraiato sopra le lenzuola
La finestra è spalancata

La luce del lampione
attraversa la persiana

Io bagnato di sudore
ti vorrei vicino a me
abbracciato dal tuo odore

Allungare la mia mano
per sfiorare la tua mano

Affogato in un caldo implacabile
in cui mi sento animale
animato dalla vita febbrile
che brulica in estate
Vorrei
che la tua mano
sfiorasse la mia guancia
Vorrei
che la tua bocca
baciasse l’altra guancia
Vorrei
che la tua voce
sussurata nell’orecchio
sussurasse che mi ami

Vorrei
che quella mano
scivolasse sul mio petto
disegnando ghirigori
sulla pelle inumidita
dal calore della notte

In questa notte intorpidita
molto prima della sveglia
dentro questo dormiveglia

Vorrei
che i sogni di una vita

Si facessero realtà

Io posso dirlo

Io posso dirlo

Ti ho conosciuta

Ho conosciuto una donna
che mi ha dato
i sogni più belli

Io posso dirlo
a tutti quelli che conosco
che ti ho conosciuta


We shall not cease from exploration
And the end of all our exploring
Will be to arrive where we started
And know the place for the first time
Thomas Eliot

Non c'è una storia

Non c’è una storia
tra te e me
Non c’è una storia

E vorrei che tu mi perdonassi
se io la immagino
lo stesso
questa storia

La immagino
nei segni che vedo
intorno a me

In un volo
di codirossi
In quel lago
ancora gelato
sotto il ghiacciaio
del Ruitor

La immagino
nei luoghi che ho visto
e in quelli
che non ho ancora visto
in quello che fai
anche se quello che fai
non lo posso vedere
Perché tu ti guardi bene
dal darmi
qualsiasi illusione

Io la immagino
questa storia tra te e me
Anche se non c’è stata mai
Anche se non ci sarà mai

Io la immagino
perché non posso fare a meno
di pensare
che sarebbe stata
la storia più bella della mia vita
che sarebbe stata la mia vita

L'amore solitario

Vedo la baia da quassù.
le luci la disegnano nel cuore della notte

Dall’alto della montagna
tra i pini e le ginestre
siamo tutti intorno al fuoco

Le rovine di Delfi intorno a me
Qui un tempo danzavano
gli antichi dei greci
Ora danzano
gli spiriti d’oggi
inquieti

Guardo questa donna
gli occhi fissi davanti a sé
rapita dalle fiamme e dai pensieri

Che cosa pensa?
Io so cosa pensa

Ma è questa la mia vita?
No. Questa non è più la mia vita
Questi non sono i miei amici
Questa non è la mia casa
E non è il mio uomo
questo accanto a me
Non è lui che voglio

E forse vedo cosa vede

Io e lui fianco a fianco
abbracciata stretta a lui
sulla motocicletta
Io e lui soltanto
E tutto il mondo fuori
Io e lui mentre ci amiamo
nella nostra nuova
camera da letto
l’ho arredata io per lui
ho voluto legno sui pavimenti
un armadio semplice
linee dritte e pulite
ma i quadri no
non ho mai fatto in tempo
ad appenderli

E sento quello che sente

Il suo odore
che qualche volta mi pare
di non ricordare più
La voce
che mi vibra dentro
e mi dice
«Tu sarai sempre
l’unica donna della mia vita »
Il sorriso
Per me, solo per me
Il suo braccio intorno alla vita
Il suo mento sulla nuca
La sua presenza
Rassicurante
ma intermittente
Che mi riempie di gioia quando c’è
Che mi fa infuriare perché non c’è più

Questa era la sua vita
che non è più così
E ora la cerca
Proprio là
dove la fiamma si unisce all’aria
Dove nessuno potrà mai
catturarla
ritrovarla

La sua vita
che si dilegua
e non torna indietro
Ma lei la vuole ancora
E la cerca tra le braci
che piano piano si spengono

È bellissima questa donna assorta
La vedo da un attimo
e la amo già
pensando ai suoi pensieri
La stringo nel cuore
La respiro mentre lei non s’accorge
E mentre sorride è così bella
questa sua aria di soddisfazione
Anche se solo per un attimo
mi appaga

La guardo
Al sapore affumicato del fuoco acceso
All’odore fresco del mare lontano
Tra il fumo leggero
Che le vela il volto

Non è per me
non sarà mai per me
il tuo rapido sorriso
Gli occhi verdi
guardano oltre
me invisibile
Cercano un altro
che adesso non c’è

Lo so, ormai lo so.
È stato un sogno
così vivo
così reale
che lo sento ancora
sulla pelle
dentro il respiro
nel battito del cuore
nel trasalire che non controllo

Non ho il potere
degli dei antichi

Altrimenti
Guarirei il suo sortilegio
Le ridarei l’amore perduto
La guarderei di nuovo felice
mentre le torna l’emozione
della vita che vuole
che l’ha fatta tremare
con tutto il suo corpo
per cui ha pianto
per cui ha riso
mentre le torna la gioia infinita
di quello che ha sempre voluto
che per fortuna ha vissuto
ma troppo poco

Vorrei ridarle
la vita incompleta
da completare
come vuole lei
là dove l’ha interrotta

Le vorrei rendere
quell’uomo
a cui ha giurato
per cui ha sperato
l’amore eterno

Questo penso
davanti al fuoco
in questo angolo di terra
dove è nata la storia

Come questa donna
ora anch’io sono assorto

vorrei parlarle
vorrei abbracciarla
farle sentire
che sono con lei
ma ho paura
di non farmi capire

non ho le parole
donna
misteriosa

ma so quello che provo ora

è l’amore vero
da maschio a femmina
da persona a persona
l’amore
che solo i veri uomini
sono capaci di amare
oltre la passione
oltre il desiderio
l’amore calmo
sicuro
sincero
l’amore puro
che non è peccato
e nulla chiede indietro
L’amore semplice
Che c’è e basta
e non ci puoi fare niente
perché non si cancella

L’amore solitario
che solo tu mi hai fatto scoprire

Ecco perché sei bella

Sei bella
nei riflessi degli occhi
sono belli
i lunghi capelli
e lisci
la bocca
piegata all’ingiù
quando ridi amara
le braccia sottili
quelle mani mai ferme
sono belle
le gambe
muscolose e snelle

sono belli i tuoi seni
così sodi e tondi
che paiono tuoi
sono belli quei solchi
profondi
tra bocca e narici
il mento un po’ a punta
il naso diritto
preciso

Sei bella
per il passo veloce
come la mente
le magliette corte
l’ombelico in vista
quella spallina un po’ fuori
lo sguardo di sfida
il trucco accennato
lo sbuffo affrettato
quando fumi

Sei bella
per l’accento di campagna
e i discorsi da città
per la voglia di fare
per il semplice fatto
che non ti vuoi fermare
per i modi da uomo
i pensieri da ragazzo
per quell’essere femmina
senza imbarazzo

Sei bella
perché mai sconfitta
ma così ingenua
ingannata
dall’amore
Perché sei furba
più di una volpe
e sai sempre cosa dire
e sai sempre cosa fare
Perché soffri
ma leggera
come una donna felice
perché sai cosa vuoi
ma quello che vuoi
non sai averlo

Sei bella
per le cose che immagino
anche se non ho visto

per la tua passione
famelica
carnale
sensuale
materiale
anche un po’ animale

Sei bella
più di ogni cosa
perché sei la vita
che non ho mai vissuto
la donna
che non ho mai avuto
che ho immaginato
desiderato
che ho incontrato
nel momento sbagliato
la donna che
tanto a lungo
è rimasta
rinchiusa
nella mia fantasia
(e io non ci credevo
che esistevi davvero)

Sei bella
Elena
E adesso
che ti ho trovata

io ti guardo

Profondo blu

Viaggiavo nel blu
più giù
e d’improvviso
m’inghiottì
una balena
penso
o giù di lì

Mi inghiottì
tutto intero
e io non ci credevo
sono sincero
che quel che vedevo
accadesse davvero

Poi nel buio
di quel ventre caldo
forme note
acciottolati
ponti
acqua
una salita
Era Venezia
ma nella nebbia
era come svanita
e camminavo
lungo i canali
a testa china
finché ho ritrovato
una vecchia vetrina
Dentro c’era
una margherita
bianca,
gambo verde.
Non viva
ma di vetro
il gambo infisso
dentro un’ampollina
ricolma di sabbia.

Nel ventre caldo
di quella balena
(o forse era uno squalo?)
ho rivisto quel mio primo regalo.

Poi ho visto
la danza delle gru
nella stagione
degli amori
sotto un cielo
di pioggia
grigio e verde
come i tuoi occhi
Sono bianche
le gru
come la neve
la testa nera
la cresta rossa
e muovono il collo
lungo e sinuoso
come un serpente
alzano le zampe
continuamente
prima una
poi l’altra
senza stancarsi
Finché tutto
a un improvviso segnale
ritorna normale

Tutto inizia
tutto si chiude

Quanto erano bianchi
Elena, Elena,
quei fiori bianchi
che ti ho mandato
l’altro ieri?
Più o meno
di quella margherita
tu che sei entrata
e subito uscita
da questa strana mia vita?

Mi manchi

Ricordo il sole
Sulla pelle
Alla spiaggia delle Salines
In Martinica
Ricordo l’acqua trasparente
La sabbia fine
Il calore sul viso
E sugli occhi chiusi
Li ricordo bene
E tutto questo
Mi manca
E mi manca
L’aria fredda
Sulle guance
Sotto un cielo terso
Le montagne
Coperte di ghiaccio
Le stelle vive
E accese sopra i miei occhi
Ai piedi del Rosengarten
Il Giardino delle Rose.
Tutto questo mi manca
Perché è il respiro
Dei miei anni giovani
E come il respiro
Come l’acqua
Come il sole
Mi manchi tu
Inspiegabile apparizione
Che il destino
Ha voluto mostrarmi

Perché?

Perché non posso più
camminare al tuo fianco?
Perché non posso più stringerti la vita
mentre passiamo
e ridiamo
per le vie della città?
Perché non posso più baciarti
contro quel portone?

Perché non mi tolgo più di dosso
questa voglia disperata?

E perché ti desidero?

E ti desidero
ti desidero

da morire
senza speranza
senza nessuna speranza

Violeta

Che bel nome
Che hai
Violeta

È un nome che dice
Tante cose
Il profumo dei campi
L’aria di montagna
La grazia di un fiore
L’intensità di un colore

E tante cose
Mi avresti detto tu

Ne sono sicuro
Violeta

Perché so che tu hai visto
Tante cose

Lo so
Perché le ho raccolte
In fondo ai tuoi occhi azzurri
In quelle piccole
Rughe sul tuo viso
Nella bocca
Un po’ piegata all’ingiù
Nelle mani
In quelle belle mani pulite
E tormentate
Nel tuo profumo
Fresco
Che sentivo arrivare
Dai capelli
Lunghi e chiari

Io sono sicuro
Che tu hai visto il mondo
Anche se ho passato con te
Quattro ore soltanto

Sarebbe stato bello
Avere altro tempo
Per sentirti raccontare
La tua vita
La tua voglia di libertà

È strano Violeta
Come succedono le cose
In questa vita
Si incontrano persone
che ti sembra
di conoscere da sempre
Con cui stai bene
Dal primo momento
E che ti piace
Sentire parlare
Sentire raccontare
Vita, emozioni, passioni

È curioso
Violeta
Vedere come le persone si sfiorino
E non si trovino
Per un semplice capriccio
Del destino

Non so niente di te
Ma so di sicuro
Dai tuoi occhi puliti
Dal tuo profumo di buono
Che c’è qualcosa
Che abbiamo in comune
La voglia di vivere
La voglia di respirare
La voglia di parlare

È finito tutto con due baci sulla guancia
E so che non ti rivedrò mai più
Ma è stato un piacere
Un immenso piacere
Violeta
Così bella e dolce
Forte e decisa
E’ stato un immenso piacere
Incontrarti quel giorno
Quell’unico giorno nelle nostre vite

La poesia dell'albero e del vento

Io ero un albero
Tu eri il vento

Ero un albero
ben piantato nella terra
scura e grassa
ricca di frutto
della mia fantasia
Ero un albero
e ti ho vista arrivare
rapida

Eri il vento
e correvi correvi
incontro a quell’albero
rapida

Ero un albero
e ti ho vista
ricordo il momento
ti ho guardata negli occhi
il tuo sorriso
Ricordo il momento
ho pensato di trattenerti
tra i rami
per farmi accarezzare
dal tuo alito dolce
dal tuo alito caldo

Eri il vento
e non potevi fermarti
non volevi fermarti
sei passata potente
mi hai piegato
fino a terra

Ero un albero
robusto e forte
e mi hai piegato
fino a terra
Il tuo soffio vorace
ha strappato
scaglie di corteccia
ha sfilato
petali dei miei fiori
e delle foglie
ha lasciato
soltanto
venature

Ho provato ad allungarmi
più che ho potuto
per prolungare quell’attimo
e fare in modo
che tu vento
restassi tra i miei rami
il più a lungo possibile

Più di così
non ce l’ho fatta
Sotto le tue folate
ruggenti e feroci
Ho resistito ben poco
Non certo
quanto avrei voluto

Mi dispiace
mio vento bellissimo
il più bel vento
che abbia mai soffiato
Volevo catturarti
e non sono stato capace
Volevo impigliarti
e sei scivolata via
Sei scappata lontano
ti ho vista andare
non ti potevo fermare

E ho cercato
e ho cercato
ho cercato
ho cercato
e poi ancora ho cercato

Era il destino
che tu fuggissi
lontano

Dopo di te,
mio vento bellissimo,
un vago fruscio
nella mente
e foglie per terra
rami nudi protesi
come dita
di una mano
tremante

13 agosto

Il 13 agosto
ho visto
una stella cadente

Ha attraversato
un quarto di cielo
da nord a sud

Filava imprendibile
sopra i ghiacciai
del Gran Combin
verso i pascoli
del Gran Paradiso

Filava
allo zenit
una scia
luminosa
vivida
improvvisa

E il cielo
in quell’attimo
è diventato luce

So dov’eri
quella sera
Eri lontana
mille miglia

Ma prova a ricordare
(te lo chiedo per favore)
hai sentito qualcosa
quella sera del 13 agosto 2006?
Hai sentito qualcosa
alle 23 e 15 di quella sera?

Ero io
te lo giuro.
Ero io
E io ci credo
che hai sentito qualcosa
Perché è stata troppo forte
in quel momento
la voglia di essere con te

Io l’ho vista quella luce
Io l’ho vista quella sera
in un attimo
così breve, così breve
Molto meno di un secondo

Ma mi è bastato
per desiderarti
una volta di più

14 ottobre 2005

Il 14 ottobre
è quattro mesi prima
il 14 febbraio

Il 14 ottobre
è un giorno nella storia
è la mia vita

Il 14 ottobre
mondo reale
realtà virtuale

Il 14 ottobre
Martin Luther King
ha vinto il Nobel

Il 14 ottobre
è due giorni dopo la scoperta dell’America

Il 14 ottobre
è la rivoluzione francese
è l’Unità d’Italia
è l’Indipendenza
è il solstizio d’inverno
è l’equinozio d’autunno

Il 14 ottobre
è l’origine dell’universo
è la fine del mondo
quanti bambini sono nati
quanti vecchi se ne sono andati
quanti amori sono iniziati
quanti altri terminati

Il 14 ottobre
quanti amanti
si sono amati
e quanti sorrisi
regalati
quanti baci
dati

anche i miei
anche i miei
c’ero anch’io

E c’eri tu
ci sei tu

Il 14 ottobre
dentro di me

Nel mio cervello

Dicono che l’amore
Le emozioni
La rabbia
La gioia
E tutti i miei
Sentimenti
E tutti i tuoi
Sentimenti
Sono un fatto chimico
Proteine
Prodotte
Da cellule
Nel mio cervello
Che si fanno strada
Lungo neuroni
Assoni
Dendriti
E creano percorsi
Nel mio cervello
Sempre più solidi
Sempre più saldi
Ogni qual volta
Quelle emozioni
Quella rabbia
Quei sentimenti
Si ripetono

E così scopro
Che i miei pensieri
E tutti i miei sogni
Sono strade
Fisiche
Nel mio cervello
Oggetti
Materia
E che non c’è
Anima
Ma solo molecole
E atomi
Legati tra loro
Come per caso
Dalle leggi
Immutabili
Che governano
Il mondo

Eppure
Quelle leggi
Così uguali
Così meccaniche
Così immutabili
Quelle leggi
Che hanno creato
Le stelle
I pianeti
Le galassie
E tutto l’universo

Sì, proprio quelle leggi
Hanno fatto sì
Che vedendoti
Si sia aperta
Una strada
Nel mio cervello
Tra neuroni
Assoni
E dendriti

Una strada
Su cui corro
Ogni volta
Che ti penso
E che mi fa stare bene
Oh sì
Così bene
E che mi dà
Una gioia
Così forte
Un brivido
Così forte
Un’emozione
Così grande

E questa strada
Ogni volta
Che ci corro
Diventa più ampia
Più sicura
E più forte

Ed è per questo
Che io su questa strada
Voglio correre
Sempre
E non smetterò
Di pensarti

Perché basta
Il pensiero
Per correre
Ancora
A perdifiato
Lungo questa strada
Nella mia mente

Che mi porta
Nell’universo
Che mi porta
Da te

L'ultima immagine di te

Una maglia grigia
quella gonna di jeans
incrociata davanti
che ti ho visto tante volte
e ogni volta
sembra cucita
apposta per le tue gambe
quella croce di brillanti
che ti adorna il collo
e avrei voluto tanto
regalarti io
i capelli
raccolti all’indietro
in un’unica coda
gli occhi
così vivaci
e senza trucco
il contorno della bocca
che si increspa
all’insù
mentre dice parole
e sembra musica

Ti ricorderò
sempre e ancora
così
Bellissima
come non ti ho vista mai
e ti ho vista sempre
Bellissima e semplice
nel chiarore di questo mattino
di metà dicembre
e il suono dolce
di quello che dici

Ti guardo
e penso
a tutte le parole
che non ho saputo esprimerti
a tutte le persone
che avrei voluto essere
e non ho saputo essere
ai torti che ti ho fatto
a quanto ho sbagliato
a perché non ti posso abbracciare.

Forse sarà questa
l’ultima volta che ti vedo
nella mia vita

In mezzo a questi
pensieri
penso
che mi sarebbe piaciuta
una tua foto.

L’avrei messa
nella scatola
delle cose preziose.
Una scatola di biscotti
con il coperchio di latta
che tengo nascosta
in un cassetto
ed è il mio tesoro
segreto

Poche cose all’interno
e la tua foto
sarebbe stata
sopra tutte
per riguardarla
ogni volta
e ogni volta consumarla
con gli occhi

Non sarà mai tu
viva e vivace
in carne ed ossa
che sei stata
così vicina
e non ti ho saputo prendere
non ti ho saputo prendere
non ti sei fatta prendere

Ciao veloce amica
che voli libera
dentro il mio cuore