mercoledì 18 aprile 2007

Participio passato

Non ti conoscevo
ti ho conosciuta
non ti ho vista
ma ti ho desiderata
Prima non l'hai capito
poi mi hai voluto
neanch'io ti ho capita
ma proprio per questo
ti ho amata
ti ho amata

Una faccenda
che non ti ha interessata
e così
ti ho chiamata
ma non mi hai parlato
ti ho scritto
ma non mi hai risposto
ho insistito
e alla fine
mi hai cancellato

Che razza di amore
al participio passato

lunedì 16 aprile 2007

Viaggio in Sicilia

Sono stanco
come questa terra stanca
rientro verso casa
e guardo fuori
attraverso il finestrino
l'Etna
ricoperto di neve
fumante
contro il cielo azzurro
incappucciato da una nube
che pare un disco volante

Ho annusato
gli odori di questa terra
in primavera
mi sono inginocchiato
per raccogliere tra le dita
questa terra
rocciosa e nera
sono entrato in un bar
dentro un palazzo antico
ma cadente
del Seicento
in un paesino
che era il grande regno
di un piccolo signore
cencioso
polveroso
ora mummia
incartapecorita
avvolta ancora
negli abiti da nobile
nelle scarpe troppo grandi
nella giacca verde
con gli alamari
quando la gente qui
zappava i sassi
a piedi nudi

Ho guardato il mare
dalla rocca diroccata
e ho osservato a lungo
il pennacchio di fumo
sull'Etna
Poi mi sono chiesto
perché non c'eri anche tu
qui, di fianco a me
E ho sentito
ancora più pesante
sulle mie spalle
la stanchezza
di questa antica terra
disillusa
rassegnata

giovedì 12 aprile 2007

Ma come viviamo?

Ma come viviamo noi?
Secondo dopo secondo
in un lento
trasferimento
dal parto
alla morte?
Oppure a scatti
con lunghe pause
vissute in attesa
di pochi momenti
indimenticabili
momenti
da vivere tutti
perché da soli
danno il senso
del nostro vivere?

Rispondimi

Perché devo scegliere
se vivere
sdraiato in un prato
nutrito dalle api
dissetato dalla rugiada
con lo sguardo in alto
a scrutare il cielo
nell'attesa
della fine

Oppure vivere
seguendo il fiuto
come un segugio
con la bava
alla bocca
sulle piste della preda
nell'attesa
della cattura
dell'emozione
che ti spezza il cuore
e ti pompa
le tempie

Tu non parli
ma hai già risposto

Perché incontrarti
è stata una palla di fucile
sparata
nella mia direzione
e io
l'ho schivata
col cuore in gola
toccando
il pericolo
scosso
dal brivido
profondo

(o invece
mi hai centrato in pieno
e la ferita
sanguina)

È dopo il pericolo
quando ti fermi
e riposi
da questa corsa
a rotta di collo
quando ti pulsano
le vene del collo
che capisci
come senza emozione
non ha senso alcuno
vivere
senza di te
non ha senso alcuno
vivere
nessun senso
proprio nessuno

mercoledì 11 aprile 2007

Volo sopra la storia

Questa domenica
il sole era caldo
l'aria limpida
il cielo più azzurro
che mai
E con gli occhi chiusi
sdraiato sul prato
mi pareva di volare
nel tempo e nello spazio

Ero tra le navi di Nelson
in un giorno di vento
nel limpido chiarore
dell'Oceano Atlantico
di fronte al porto di Cadice
Sorvolavo la flotta
con vele e stendardi
che garrivano gagliardi
nel chiarore abbacinante
nel calore affabulante
E sentivo l'odore del mare
l'odore profondo e pulito del mare

Sorvolavo il Lago di Garda
nel giorno della battaglia
di Solferino e San Martino
e nell'aria chiara
vedevo lontano
pennacchi di fumo
sollevarsi dalla pianura
e nell'aria di cristallo
udivo le urla di paura
di feriti e moribondi
Nel giorno in cui
tanto sangue giovane
ha intriso la terra
dell'assurda finzione
della guerra

In questa domenica di sole
sdraiato su un prato
ho abbandonato me stesso
e ho vagato altrove
sostenuto da folate
di un vento pulito
che mi portava lontano
Ho attraversato la storia
come in un sogno
da quando la Terra
non era ancora abitata

E alla fine
mi sono seduto
vicino a te

E di fronte alle miserie
del mondo
e alla grandezza della natura
e di queste montagne
ti ho guardata
e ti ho trovata
più bella che mai

Così la mia mente
vola da te
che mi fai dimenticare tutto
anche la stranezza stupita
e mai del tutto intuita
di questa mia vita

venerdì 6 aprile 2007

Il senso dell'olfatto

È stato un bene per me
che per lavoro
(ho il privilegio
di degustare vino)
io abbia potuto sviluppare
al massimo grado
il senso dell'olfatto

In questo modo ho imparato
a classificare le cose
in base all'odore
ma non il loro odore
bensì assegnando loro
l'odore
di qualcos'altro
Perché questo poi fanno
i più bravi sommelier

E allora un amico
mi pare rosmarino
e tu sei miele
e questo cane
mi sembra proprio
cartone masticato

Ho creato una classifica
tutta mia
di odori
ma non è certo quella
degli esperti di vino

Sono gli odori
della mia vita
Il glicine in vacanza
a Vallombrosa
l'odore di pietrisco
della ghiaia del Canavese
l'aroma di funghi secchi
nella faggeta sopra casa mia
il bucato steso ad asciugare
al sole della Valle d'Aosta

Tutte le cose
tutte le persone che incontro
ora le classifico così
Giovanni Ghiaia
Paolo Bucato
Riccardo Glicine
Carlo Legno di Quercia
Qualche volta li ritrovo
e hanno cambiato nome
Giovanni Cartone
Paolo Cuoio
Carlo Eucalipto

È un bel pezzo però
che non trovo più
nuovi odori
da catalogare
Non perché
non esistano
tanti odori
Ma perché alla fine
tutti si riducono a pochi

L'odore del mondo
Il tuo odore di miele
(qualche volta però
sei sciroppo d'acero)

L'estrema sintesi
del senso dell'olfatto

giovedì 5 aprile 2007

Miele di castagno

Ero seduto
vicino a te
e ho sentito ancora
il tuo odore
un po' fumo
un po' profumo
aromatico e dolce
come il miele
di castagno

Ora ho capito cosa sei
Elena

Sei il profumo
del miele di castagno
e risplendi del colore
trasparente
dell'ambra e dell'oro
Questo sei per me
colazione prelibata
in un mattino di sole

martedì 3 aprile 2007

Io volo dentro i tuoi occhi

Nei tuoi occhi
storie di gente del mondo
storie conosciute
e non conosciute

Sono parole i tuoi occhi
raccontano storie i tuoi occhi

Raccontano
gli occhi ancora giovani e limpidi
di una donna azera
il visto solcato di rughe
come un campo arato
sulle pendici del monte Ararat

Raccontano
gli occhi velati di pianto
di un bambino del Regno di Mustang
terrazza sospesa tra Himalaya e Gange
ai confini estremi del mondo
dove la terra e il respiro dell’uomo
sono così prossimi al cielo

Nei tuoi occhi
le sfumature tutte
di quello splendido cielo

Nei tuoi occhi
le parole
che tutti dovremmo sentire
per capire
Amore
Dolore
Abitudine
Solitudine
Ribellione

E la voglia
la tua voglia di vivere

Io volo
nei tuoi occhi
Elena mia
sopra tutti i Paesi del mondo
dentro tutti i cuori del mondo

E voglio vivere
di fronte a te
con i miei occhi
fissi nei tuoi

Le mie due giovani amiche

Due amiche
siedono di fronte a me
Amiche fra loro
io non le ho viste prima
mai

Così intime
così vicine
mi piacete da morire
Così giovani
Dentro di voi
posso sentire
l’energia
di questa nostra vita

E allora ascoltatemi
dolci giovani amiche
Io vi sussurro
questo solo consiglio
parole accennate
labbra che si muovono
appena
suoni nel vento
che spero vi giungano
in un modo o nell'altro

Non perdete il momento
Non smarrite il sentimento
questa intimità che vi lega
questo dolce sedere
l'una di fianco all’altra

Tenetelo stretto il momento
stretto nel cuore
portatelo avanti
finchè potete

E se un giorno vi perderete
Ricordatelo bene questo momento
ricordate questo viaggio in treno
Il paesaggio che corre
fuori dal finestrino
Ricordate anche me per favore
Per tornare a quei giorni
ai vostri giovani giorni
in cui stavate vicine

Vivetelo bene questo momento
mie giovani amiche
vivetelo tutto
Perché io non credo
che tornerà più

domenica 1 aprile 2007

La storia scritta negli occhi

Gli occhi profondi
gli occhi verdi
e vivaci
di questa ragazza francese
che siede di fronte a me
sull’Eurostar Roma-Milano
vogliono dirmi qualcosa
Non mi dicono che
lei è bella
perché non è bella
di quelle bellezze da televisione
Ma il suo viso è giovane e fresco
e mi esprime
la speranza di un'intera generazione
vent'anni meno di me
In questi occhi verdi
dal taglio sottile
in questi occhi acuti
c’è tutta l'energia
di una giovane donna
che ha ancora tutto davanti a sé

Figli, nipoti, amori
spero davvero
tante gioie
pochi dolori

Chissà da quale
profonda umanità
lei ha percorso la strada
che l'ha condotta fin qui
davanti a me
per scambiarci questi sguardi veloci

curiosi di sapere
ansiosi di indagare
timorosi di disturbare

Quanto cammino
hanno percorso
questi occhi verdi
dal taglio sottile
dal tempo in cui i nostri antenati
80.000 anni fa
guadarono il Mar Rosso
e dall’Etiopia giunsero in Yemen

Fu quell’eroica tribù
di viaggiatori senza speranza
che fece sì
che noi oggi ci troviamo qui
È grazie a loro che ora io posso vivere
e vive anche questa giovane donna
arrivata per caso davanti a me

Ti ringrazio amica mia
venuta da lontano
e con te tutti i tuoi antenati
per averti dato
questi meravigliosi occhi verdi
dove leggo la storia
straordinaria
di noi uomini

Dove leggo la tua storia
e la mia storia

Io e te che ci sfioriamo
in questo secondo soltanto
nella storia dell’umanità