mercoledì 30 maggio 2007

Amico clochard

Lo incontro spesso
Va in bicicletta
girando i pedali
faticosamente

Davanti a lui
trotterella un cane
sta a bordo strada
gli segna la via

Perché lui
è un uomo anziano
vestito di stracci
su questa bici
sgangherata
e si vede
che non ha quasi più forza
per pedalare
e forse anche per vivere

Però lo incontro quasi ogni giorno
questo antico ciclista
povero in canna

E mi viene in mente
quel suo lontano collega
che ho incontrato
in un giorno di pioggia
a Lione
di fronte alla stazione

Stavamo rientrando in Italia
le tasche piene di franchi
che non avremmo più speso

E così
quando lui è venuto vicino
ci siamo riempiti le mani
con quelle monete
gli abbiamo preso il cappello
e l'abbiamo riempito
con quelle monete

E lui ci ha guardato
ridendo
era coperto di sporco
in uno stato pietoso
e ci ha detto
Merci, merci
les italiens
je suis
seulement
un clochard

Mi sento come te
amico clochard
e ti penso sempre
Mi chiedo dove sei
oggi
dopo tutti questi anni

L'inseguimento

Ma dove volevo andare?
Quando ho iniziato
a correre
dietro di te
dove volevo arrivare?
Eppure sapevo benissimo
che non c'era arrivo
nessuna meta
nessuna destinazione.

Il fatto è
che a me
di ogni viaggio
piace il tragitto
non piace l'arrivo

Amo le strade di campagna
quelle che filano
in mezzo ai boschi
mi piacciono
i tornanti in montagna
i sentieri mentre cammino
Resto ore a guardare giù
dal finestrino
quando volo in aereo

E vorrei che il traguardo
non arrivasse mai
Questa è la mia vita
Questa è la nostra vita
un eterno inseguimento
a non si sa cosa

Volando dietro di te
la vera emozione
è stata
quello che provavo
quello che desideravo
la vera emozione
è stata
inseguire il tuo odore
il desiderio di te

Non ho mai creduto
di avere il tuo amore
Ma rincorrerlo
mi è piaciuto da morire

venerdì 25 maggio 2007

Invidio i poeti

Invidio i poeti
quelli veri
uomini veri
uomini nudi
senza tempo
senza età

Uomini vestiti
soltanto
di sentimenti
spogliati
della storia
di ogni tecnologia
spogliati
del progresso

Uomini che sono rimasti
soltanto uomini
in essenza
sentimenti
e idee
uomini uguali agli uomini
da quando
è iniziata la storia

Invidio i poeti
che sono i veri uomini
e che tra loro
possono parlare
e si parlano
tra loro
distanti millenni
distanti nel tempo
ma uguali tra loro
uomini
e uguali

Il mio sogno d'estate

C’è un sogno che faccio spesso
una campagna di sole
una strada sterrata
Due bianche corsie di pietrisco
una striscia d’erba verdissima
di lato grano e papaveri
Cammino
e arrivo su un grande prato
con due porte da calcio
e bambini che corrono.
Ai lati un filare di cipressi.

Mi fermo lì
appoggiato a un tronco
e li guardo giocare
C’è un ragazzino
una maglia a righe orizzontali
rossa e bianca
i capelli biondo cenere
è magro, magrissimo
gioca bene a pallone
Sono io

Li guardo questi bambini
urlano e corrono
non si fermano mai
l’ossigeno entra
dentro i polmoni
il cuore batte
nel sole ancora caldo
di questa serata che arriva
nella luce obliqua
nelle ombre lunghe

Mi addormento
appoggiato al cipresso
accarezzato dall’aria
di questi colli toscani
Dormo a lungo
cullato dal ronzio di vespe e di api

E poi sento
la tua voce
che mi chiama
e mi chiama
un sussurro
leggero
dentro l’orecchio

Mi sveglio
e tu non ci sei
non ci sono neanche i bambini
sono solo
nella campagna
nell’aria pulita
contro il sole calante

Lo faccio spesso questo sogno
e mi chiedo che cosa vuol dire
perché dopo tanti mesi
e tanti sospiri
non l’ho ancora capito

Forse che sognando te
ritorno un bambino
e mi sento felice
di vivere

lunedì 21 maggio 2007

La donna vampiro

Una donna alta
me l'hanno presentata
come l'ultimo vampiro
Donna colta
ha anche scritto un libro

Capelli lunghi e lisci
neri neri
intorno al viso
le labbra tinte
di un rossetto scuro
occhi profondi
non ho capito bene
se verde scuro
o marrone chiaro
ma dentro
c'era un riflesso rosso
come sangue

Diceva cose strane
a capirla
facevo gran fatica
parlava di teatro
e di spettacoli
e diceva
che sono troppo commerciali

Diceva di chiamarsi
Xena
e che non era vampiro
ma piuttosto
il decimo pianeta

Parlava un linguaggio sconosciuto
e le sue parole
mi giungevano difficili
Però senz'altro
era sincera
nella sua veste tutta nera
e con i piedi
dentro quegli anfibi
così grandi

E quegli occhi
dicevano più di ogni parola
muti e pieni di domande
smarriti in questo mondo
cercavano conforto

Io non so perché siamo qui
mia cara Xena
vado avanti
e spero di scoprirlo
E se non ci riuscirò
nessun problema
Sarò soltanto
uno come tanti

giovedì 17 maggio 2007

Sorriso a metà

Scriminatura
a metà dei miei capelli
discenda
e mi tagli in due
il viso
e poi le labbra

Una bocca
divisa in due metà
destra e sinistra

Lacerti
di discorso
pendono
da quelle due metà
della mia bocca
destra e sinistra
e ne incurvano
gli angoli
verso il basso

Sorriso rovesciato
a forma
di luna calante
felicità incostante

mercoledì 9 maggio 2007

Gita nella tua città/2

Alla fine non ce l'ho fatta
e ho fatto quella gita nella tua città
ho passeggiato nella tua via
per vedere anch’io come vivi
con i tuoi occhi
le tue prospettive
davanti ai tuoi negozi
nell’aria che respiri

Una follia
che non serve a nulla
eppure
che cuore nel petto!
Per un attimo
sono stato felice

Ho provato a leggere i citofoni
Ho guardato dentro tutti i bar
per capire dove fai colazione

Ho sentito
come un bruciore allo stomaco
quando mi è parso di vederti
Ma non eri tu

Non ho trovato nulla
di quello che c’era
nelle tue parole
ma lo stesso
sono stato felice
Perché ora so come vivi
e che cosa vedi
quando esci di casa
ora so che stai bene
perché vivi proprio in una bella città
piena di bei palazzi
e uno di quei bei palazzi
è casa tua

E poi sono venuto in stazione
dove prendi il treno tutti i giorni
i binari erano vuoti
e anche i marciapiedi
ma io li ho immaginati
pieni di folla
all’ora del tuo rientro
quando i pendolari
scendono dai vagoni
e in mezzo ci sei anche tu

Una cosa che so
è che anche tra un milione di persone
ti riconoscerei subito
e ho sognato
di stare lì ad aspettarti
e di vederti venire verso di me

E poi sono andato
al parcheggio multipiano
dove lasci la tua auto
e l’ho cercata tra quelle allineate
e forse l’ho trovata
perché non conosco la targa
ma so il modello
e mi sono sdraiato sul cofano
come per abbracciarla
e trasmettere qualcosa
almeno a quel pezzo di ferro
visto che con te
non ce l'ho fatta

Ma dopo questo viaggio
nella tua città
sono rimasto solo
da solo con me solo
e ho capito
che questo viaggio
non serve
e ho capito
che il mondo che volevo esplorare
è il tuo mondo
e non ci entrerò mai

Ho fatto questo viaggio
per cercare la tua vita
da cui sono escluso
sempre

lunedì 7 maggio 2007

Cameriere letterato

Oggi ho incontrato
un letterato
Dice che ha pubblicato
nove libri
che è meglio di Busi
e Camilleri
e che in fatto
di filosofia esistenziale
non c’è nessuno
che ne sappia più di lui

Era vestito di nero
con panciotto
camicia bianca a sbuffi
e con un grosso
papillon

Divisa professionale
veramente
perché l’ho incontrato
al ristorante
dove lui
fa il cameriere

Mi ha detto
che anche quello è un bel mestiere
onesto
decoroso
e gli consente
di arrivare a fine mese

E volava come una libellula
in mezzo a quella sala
il mio nuovo amico cameriere
prendendo ordinazioni
a destra e a manca
parlando
indifferentemente
un po’ italiano
un po’ francese
Tra un fritto misto
ed un branzino al forno
di tanto in tanto
se ne andava dietro il banco
e tracannava
un bicchiere di Vin Santo

E poi tornava al nostro tavolo
decantando i suoi successi
la sua prosa
la cultura
ma con un occhio liquido
quasi di pianto
come per dirci
guardate un po’
come son ridotto
E c’era una sorta
di contegno amaro
dietro a quel suo correre
e declamare
massime e aforismi
da lui stesso
scritti a mano
in un quaderno rosso

Volava tra i tavoli
quell’uomo in nero
un po’ cameriere
un po’ scrittore
e non capivo
se mentiva
o ci diceva il vero

Ma era vero
quel fondo di dolore
dentro gli occhi
un'ombra rapida
di sogno
di speranza mista all'illusione
e disinganno della vita
Che è un po’ il destino
di tutti quanti noi

Al mare, dopo il temporale

Granulometria consistente
questa spiaggia
pietruzze
grandi come una mentina
Le faccio scivolare
tra le mani
mentre sto
sdraiato sulla pancia
E guardo il mare
Le nuvole
vanno e vengono
e sento cambiare
la temperatura
sulla schiena

Il vantaggio
di venire in spiaggia
dopo il temporale
è l’aria limpida
è l’orizzonte netto
senza velature
senza la foschia
dei giorni d’agosto

Per godere di questo
per poter spingere
lo sguardo
nel punto più lontano
vale la pena
patire un po’ di freddo

venerdì 4 maggio 2007

Sei una spiaggia tropicale

Ho deciso di andare al mare
e guarda fuori come piove
La solita fortuna
E poi
com’è triste il mare quando piove
Quella sabbia grigia
umida
fredda
il mare nero
e bianco di spuma
le onde alte
che rimbombano
sulla battigia
E poi c'è vento
troppo vento

Io sono
come una spiaggia bagnata
e oggi
ho camminato su di me
dentro di me
guardando dentro di me
a piedi nudi
per chilometri
e chilometri
lasciandomi alle spalle
una lunga pista
di impronte
Poi mi sono
fermato
mi sono girato
su me stesso
E ora ripercorro con gli occhi
il mio cammino
Soltanto curve
e cambiamenti di rotta
il diario fedele
della mia incertezza

Tu sei
una spiaggia tropicale
abbagliante
fatta di conchiglie sminuzzate
che dolcemente
entra in mare
e da bianca diviene turchese
trasparente
e poi azzurra e blu intenso
Sei una di quelle spiagge
su cui bisogna correre
per non bruciarsi i piedi
Sei una di quelle spiagge
dove viene tanta gente
e dove comunque
anche in mezzo a tanta gente
è bello stare
è divertente

Sdraiato al sole
ti vedo sfilare
accanto a me
Vai verso il mare
con il tuo corpo di fanciulla
Ti immergi
con la grazia
che solo le donne come te
sanno avere
(sono poesia
le donne come te)

Ti guardo
mentre entri in mare
lentamente
con i capelli lunghi
e lisci
lunghi oltre le spalle

E avrei voglia
di fare una lunga passeggiata
sulla spiaggia

Non me-spiaggia
ma tu-spiaggia
bianca spiaggia tropicale
Non voglio più
gelarmi i piedi
come stamani
quando ho camminato
su me-spiaggia
Su te-spiaggia
bianca e cocente
voglio scaldarmi i piedi
senza lasciare impronte

Perché sei così calda
che devo correre
sulle punte
soltanto sfiorarti
per pochi attimi
e non fermarmi
non fermarmi
insieme a tanti altri
che sono qui felici
e guardano il mare chiaro
la sabbia bianca

Adesso io ho corso su di te
tu-spiaggia
e mi giro indietro
e cerco i segni
e non vedo più segni

Delle mie impronte
su di te
non vedo più i segni

Non ti dimentico

No
io non ti dimentico
non dimentico
quando mi parlavi
appoggiata al muro
sinuosa
così bella
Non dimentico
la tua voce
che mi penetrava
come una scossa elettrica
Non dimentico
la mia illusione
di esserti vicino
No
Elena
io non ti dimentico
sul pendio della montagna
accucciato
tra larici e abeti
in una buca di muschio
sul pendio ripido della montagna
Non ti dimentico
sdraiato al sole
sul prato davanti a casa
mentre sento il profumo dell’erba
e mi prende il torpore
sdraiato al sole
Non ti dimentico
nel mio letto
nelle lunghe ore
che passano
prima di prendere sonno
da solo dentro il mio letto
E non ti dimentico
seduto in macchina
fermo
accostato al bordo della strada
con la pioggia che cade forte
sul tetto della mia macchina
e il vetro che diventa liquido
come una pellicola
trasparente
nascondendomi il mondo
Non mi dimentico
quei brividi che mi hai dato
li sento dentro me
ogni momento
ora per ora
minuto per minuto
E ogni ora
ogni secondo
ti sento più vicina
vicina a me
Io non ti dimentico

mercoledì 2 maggio 2007

Lentamente impazzirò

È un po’ di tempo
che soffro di un’allucinazione
come un’ossessione
che mi fa vedere te
in ogni situazione

Nelle pubblicità
dei costumi da bagno
nelle pubblicità
dei profumi
nelle pubblicità
delle scarpe
nelle pubblicità
di rimmel
e rossetti
di abiti
e corsetti
di tanga
e di borsette

Ti vedo
nei cartelloni dei film
nei programmi in tv
nei viali di notte
alla luce dei lampioni
nei locali di lap dance
al concerto del primo maggio
nella schiena che cammina
pochi metri avanti a me
nel profilo di una donna
che guarda una vetrina

Ti vedo
ovunque
e ovunque
non ci sei

Non mi passa
questa allucinazione
non trovo il modo
di scacciarla via
Tu sei tutte le donne
tutte le donne sono te
e non le incontro mai
non ti incontro mai

Impazzirò
a poco a poco
cercandoti nel bosco
tra i palazzi
nell’asfalto
fra granelli di sabbia
sotto i tombini
ovunque sei
ovunque non sei
proprio lì
dove non ti troverò mai

Un talento che non serve

L’ultima volta
mi hai detto
che il mio talento
è vedere
il bello nella gente

Non so se è vero
Ma quel che è vero
è che scruto tutti
senza sosta
alla ricerca disperata
di quel che a prima vista
non appare

il flettersi
di vertebre di gatto
nel passo affrettato
di una donna

la scintilla di lussuria
in uno sguardo casto

il bene che mi vuoi
anche quando
non lo vuoi

Io vedo
nella gente
cose straordinarie
In te poi
le ho viste tutte

E allora
a che mi serve
questo mio talento
se poi di quanto scopro
non posso avere niente?

A che mi serve
se non a soffrire
inutilmente?